Il nuovo corso targato Rafa Benitez non poteva cominciare nel migliore dei modi: Napoli che si sbarazza di una fastidiosissima Atalanta e balza al comando della Serie A. A Torino, invece, nell’altro anticipo serale, il triplice fischio dell’arbitro è stato accolto con un enorme sospiro di sollievo da parte dei tifosi del Milan, nella serata del ritorno di Ricardo Kakà.
Come da pronostico la vittoria dei partenopei è arrivata al termine di un match tutt’altro che agevole, merito di un’Atalanta come sempre compatta e pronta al sacrificio. La squadra di Colantuono si dispone perfettamente in campo, chiude gli spazi e si affida al centravanti Denis per partire in contropiede.
Il Napoli invece appare bloccato dal doveroso turn over: l’imminente inizio della Champions League e l’esordio contro il Borussia Dortmund obbliga il tecnico Benitez a lasciare in panchina Maggio, Hamsik e Callejon.
Gli azzurri, in formato battaglia grazie alle appariscenti divise militarizzate, trascorrono il primo tempo nella vana speranza di sbrigare la pratica nel modo meno faticoso possibile. Dopo settanta minuti però il risultato è inchiodato allo 0-0. Gli spettri dell’ex tecnico livornese cominciano ad aleggiare tra gli spalti del San Paolo e la solita domanda comincia a farsi largo tra i tifosi: è opportuno affidarsi al turn over?
A scacciare ogni malumore ci pensano ancora una volta Hamsik e Callejon. L’ingresso in campo dei due cambia volto alla partita. Al 71’ lo slovacco serve Higuain, il quale realizza la prima rete davanti al proprio pubblico e soprattutto porta in vantaggio gli azzurri. A questo punto la partita si mette in discesa e l’espulsione di Cigarini per doppia ammonizione non fa che rasserenare i preoccupati tifosi partenopei. A mettere la parola fine al match ci pensa ancora una volta Callejon, autore di tre gol in tre partite. Dopo i gol al Bologna e al Chievo lo spagnolo ex Real Madrid si ripete contro i bergamaschi e si conferma vero e proprio talismano del nuovo progetto napoletano.
De Laurentiis, in attesa del debutto tra le grandi d’Europa, si gode un Napoli capace di soffrire e di portare a casa i tre punti anche nelle giornate più difficili. Il cinismo e la cattiveria messa in mostra dagli azzurri sono un segnale più che positivo in vista della stagione: Benitez infatti sta riuscendo ad imprimere ai propri giocatori quella mentalità vincente sconosciuta negli anni passati. Nonostante un turn over ancora da affinare Hamsik e compagni stanno dimostrando di poter affrontare in grande stile le enormi pressioni che graveranno su di loro per tutto il campionato.
Per Colantuono e la sua Atalanta si tratta di una serata dolceamara. La sconfitta subita rende la classifica poco piacevole ma la buona prestazione messa in campo servirà da carburante per affrontare con entusiasmo il resto della stagione.
In casa Napoli invece si entra in una settimana di fuoco: dopo l’attesissimo match di coppa contro il Borussia gli azzurri se la vedranno contro il Milan in un match già di fondamentale importanza.
Gli uomini di Benitez si godono la vetta, ma la corsa per la vittoria finale è solo all’inizio.
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Il Milan dopo la sconfitta di Verona e la vittoria casalinga contro il Cagliari vuole centrare la seconda vittoria consecutiva in campionato. I riflettori sono tutti puntati sul ritorno del figliol prodigo Kakà, e sulla sua intesa con la star Mario Balotelli. Nessuno sembra preoccuparsi del Torino di Ventura: uno sbaglio enorme, come testimoniano i primi ottanta minuti di partita.
Ventura, pur avendo abbandonato in questa stagione il 4-2-4 a lui tanto caro, non rinuncia al gioco sulle fasce e imposta un centrocampo foltissimo a protezione della difesa a tre. Nonostante il cambio di modulo il dogma del tecnico ligure non cambia: le ali granata volano sulle fasce e penetrano senza difficoltà nella difesa rossonera. Darmian e D’Ambrosio sembrano imprendibili e Alessio Cerci fa venire gli incubi ai difensori avversari con la sua velocità.
Dopo un primo tempo passato a sprecare palle gol il Toro riesce nella ripresa a raggiungere il meritato vantaggio: D’Ambrosio umilia Zaccardo e infila Abbiati sul proprio palo. La grande gioia del pubblico granata non sveglia gli uomini di Massimiliano Allegri, imbambolati e incapaci di reggere il confronto sia fisico che tattico con i padroni di casa. Kakà e Balotelli provano a dialogare ma l’attacco milanista è impalpabile e molti tifosi cominciano a intravedere l’incubo della “minestra riscaldata”. Kakà, divenuto persino capitano dopo l’infortunio di Montolivo, non riesce mai ad incidere e sembra quasi un oggetto estraneo in mezzo al campo.
Il Toro al contrario gioca quasi a memoria e con un contropiede da manuale del calcio si porta sul 2 a 0 con Cerci. Dopo ottanta minuti di passività il Milan si sveglia e decide finalmente di scendere in campo grazie ad Andrea Poli, vera e propria rivelazione di questo inizio di stagione, capace di mettere lo zampino in entrambi i gol che siglano la rimonta. Il centrocampista italiano prima fa partire l’azione che porterà al fortuito gol di Muntari, poi si guadagna all’ultimo minuto il rigore che permette a Balotelli di portare il punteggio sul 2 a 2.
Per il Torino si tratta di una delusione indescrivibile: pur dominando in lungo e in largo per ottanta minuti gli uomini di Ventura portano a casa solo un punticino e la consapevolezza di aver messo in serie difficoltà una delle squadre più forti d’Italia.
In casa Milan invece si respira un’aria molto più tesa: il debutto in Champions si avvicina e le incognite restano troppe. La difesa appare tutt’altro che affidabile e il centrocampo, privo della regia di Montolivo, va spesso in difficoltà. Come se ciò non bastasse si aggiungono i numerosi infortuni e la prova negativa di Kakà. Il brasiliano ha sicuramente bisogno di giocare di più per ritrovare la forma ideale, ma i tifosi rossoneri si aspettavano una prova ben diversa rispetto a quella messa in mostra all’Olimpico.
Dopo l’esordio di coppa il calendario prevede il big match casalingo contro il Napoli: un’occasione in più per capire fino in fondo dove potrà arrivare il Milan di Allegri.