In Europa tutti sforano il deficit ma l’Italia resta osservata speciale
Deficit, Italia, Europa. Continua l’attesa sui mercati finanziari, spinti al rialzo (in alcuni casi, come in Germania, sui massimi assoluti) dal Syria off, ovvero dall’allentamento delle tensioni relative ad un intervento militare da parte statunitense al fine di colpire Bashar al Assad, accusato nelle scorse settimane di avere utilizzato armi chimiche nella guerra civile che lo vede opposto a varie forze ribelli.
Si attendono ora i risultati delle elezioni in Germania che dovrebbero riconfermare Angela Merkel, specialmente dopo la vittoria di domenica nel corso delle elezioni in Baviera; oltreoceano invece l’attesa è tutta per il tapering, che potrebbe essere annunciato nel corso del prossimo meeting della Federal Reserve.
In Europa intanto nonostante l’ottimismo, sembra che le cose ancora una volta non stiano andando secondo i piani.
Nel corso della settimana le stime di crescita per l’economia francese sono state tagliate dal 1,2 per cento allo 0,9 per cento da parte del governo francese, abbassando di conseguenza anche le stime del deficit, sicché verranno sforati gli accordi con Bruxelles.
Sempre parlando di deficit nel corso della riunione in Lituania sono state espresse preoccupazioni per l’effettivo raggiungimento del target del 3 per cento da parte dell’Italia, vera osservata speciale.
L’Europa è ancora in attesa della definizione del piano che dovrebbe abolire l’imposta sulla prima casa, cui si aggiunge la possibilità che il governo di Enrico Letta possa cadere se il Senato dovesse decidere la decadenza di Silvio Berlusconi, lasciando il Paese senza una guida, mentre la crisi potrebbe scatenare nuove conseguenze negative.
All’appello fino alla fine dell’anno mancano ancora 4,5 miliardi, e il conto potrebbe salire per colpa di entrate mancate, come quelle relative alla fallimentare Tobin Tax.
Sul piano dei Piigs, diventa sempre più probabile che oltre alla Grecia un nuovo piano di aiuti occorrerà anche al Portogallo. Non si può dire insomma che l’autunno sarà certamente tranquillo.
L’agenda macroeconomica prevede per martedì la pubblicazione dell’indice ZEW tedesco che riporta il sentiment degli investitori istituzionali tedeschi: il dato è atteso in crescita a 46 punti. Negli USA verranno resi noti gli indici dei prezzi al consumo: quello principale dovrebbe segnare una crescita su base mensile dello 0,2 per cento.
Mercoledì sarà la grande giornata della riunione del Comitato per il mercato aperto della Federal Reserve, che dovrebbe dare indicazioni circa il tapering.
Giovedì verranno rese note le nuove richieste di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti, che dovrebbero ritornare sopra i 300 mila unità dopo il dato della settimana scorsa viziato da alcuni aggiornamenti informatici; sempre negli Stati Uniti le vendite di abitazioni esistenti dovrebbero calare leggermente a 5,25 milioni di unità.
Venerdì saranno resi noti i nuovi ordini all’industria italiana, che dovrebbero segnare una crescita in rallentamento su base mensile al 1,5 per cento.