Appello del Papa ai governanti: “Abbiate amore verso il popolo”. E sui cattolici “Non lavatevi le mani, interessatevi alla politica”.
Amore dei governanti verso il proprio popolo e interesse dei cattolici nei confronti della cosa pubblica: due idee semplici ma scandite con grande forza da Francesco durante l’omelia della messa celebrata nella chiesa di Santa Marta. Dopo l’intenso scambio epistolare intrattenuto con il fondatore di Repubblica e ateo dichiarato Eugenio Scalfari, il pontefice è tornato ancora sul tema dei rapporti tra Chiesa e politica e del ruolo dei credenti nella società e nel governo della vita associata.
Un discorso alto, ragionato ma dai toni appassionati quello di Papa Francesco. Un monito di impegno civile che sembra essere anche una critica alla tendenza dilagante dell’antipolitica sterile ed egoistica, un atteggiamento presente anche tra le schiere dei cattolici. “C’è l’abitudine – ha argomentato il Papa – di dire solo male dei governanti e fare chiacchiere sulle cose che non vanno bene. Il governante, sì, è un peccatore, come Davide lo era, ma io devo collaborare con la mia opinione, con la mia parola, anche con la mia correzione perché tutti dobbiamo partecipare al bene comune!”. “Anzi – ha rilanciato Francesco – un buon cattolico, proprio perche tale non può non immischiarsi nella politica”, non può coltivare il disinteresse verso il destino della propria comunità organizzata.
Riprendendo uno dei punti cardini della dottrina sociale della Chiesa, pietra miliare dell’impegno politico dei cattolici dopo gli anni del divieto di voto e della chiusura totale della Chiesa verso lo Stato italiano, Papa Bergoglio ha definito la politica come “una delle forme più alte della carità, perché è servire il bene comune”. Il primo dovere che hanno i cattolici è allora quello di “pregare per i governanti, così come predicava San Paolo, affinché questi conducano la nostra patria, la nostra nazione avanti e perché portino nel mondo la pace e il bene comune”. Rivolgendosi, invece, agli uomini di potere Francesco ha esortato a vivere e praticare la responsabilità di governo come “servizio da svolgere con umiltà e fiducia, ma soprattutto con amore perché – ha detto il Papa citando un passo della lettera di San Paolo a Timoteo – “chi non ama non può governare: al massimo potrà disciplinare, mettere un po’ di ordine, ma non governare.”