Berlusconi, la stampa estera aspetta il voto: “Giunta ostaggio delle paure di tutti i partiti”

Pubblicato il 18 Settembre 2013 alle 11:15 Autore: Gabriele Maestri

L’attenzione della stampa estera sul caso Berlusconi fino a quando andrà avanti?

“Beh, molte testate resteranno fino a questa sera o a domani, quando sarà presa la decisione e magari ci saranno le prime reazioni politiche di peso, poi molti partiranno e torneranno a casa”.

Dopodiché si spegneranno i riflettori?

“Per niente. In generale, l’attenzione andrà avanti perché con il voto di stasera Berlusconi non finirà comunque: potrebbe agire comunque anche in regime di detenzione domiciliare o di affidamento al servizio sociale, anche senza stare più in Parlamento. Del resto, l’esempio di Beppe Grillo che non ha incarichi politici ma è leader assoluto del MoVimento 5 Stelle è illuminante. Quindi certamente l’interesse dei media stranieri proseguirà finché vivrà Berlusconi o, per lo meno, fino a quando si ritirerà a vita privata”.

marina silvio berlusconi

Cosa rende così “interessante” per voi il personaggio di Silvio Berlusconi?

“Lui ha due aspetti che attirano l’attenzione di chi ci legge o ci ascolta in tv. Innanzitutto lui è un personaggio ‘esotico’, ormai non ne abbiamo più da nessuna parte in Europa: non ci sono più re interessanti, ormai sono peggio dei borghesi, mentre la sua soap opera – fatta di grandi ville, donne, affari, divorzi, “valletti” – è degna di un film oppure, appunto, delle corti reali di un tempo. C’è poi un lato molto meno soft: il personaggio incute rabbia, perché ha contribuito a rovinare l’economia di uno dei grandi paesi industrializzati d’Europa, facendolo diventare un fanalino pericoloso per l’intero continente”.

Due ragioni molto diverse, dunque…

“Poi c’è anche il fatto che questo continuo ritardare una decisione per una serie impressionante di cavilli giuridici sembra dovuto anche alla paura che ogni schieramento ha. Percepisco nettamente che i partiti hanno una paura folle perché non hanno mai fatto davvero i conti con Berlusconi e con la sua fine, mentre ora si sta avvicinando il ‘giorno del giudizio’. Nel Pd c’è quest’ansia terribile su possibili franchi tiratori, nel Pdl c’è chi avanza timori di spaccature o addirittura dubbi sulla sopravvivenza del partito in assenza di Berlusconi. Sembra davvero che negli ultimi vent’anni nessuno abbia mai fatto i conti di cosa sarebbe la politica senza il Cavaliere: gli oppositori non di rado sono scesi a compromessi, nel suo partito non si è creato un fermento di leadership alternativo a lui. Tutto dipende, ancora una volta, da lui e questo per noi è di grande interesse: è un uomo che decide ancora tutto, in questo paese”.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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