Probabile aumento dell’Iva a partire dal mese di ottobre. Il Governo, infatti, sta pensando di rinunciare allo stop dell’aumento dell’imposta sui consumi che salirebbe di un punto percentuale, dall’attuale 21 al 22 per cento.
La decisione sarebbe maturata ieri al termine degli incontri tra il premier Enrico Letta, il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni e il commissario europeo Olli Rhen, giunto in Italia per un’audizione parlamentare.
Le teorie economiche europee, rimarcate ieri dal commissario, invitano gli Stati membri a spostare la tassazione dal lavoro e dalla produzione al patrimonio e ai consumi per rilanciare la crescita. Dalle persone alle cose quindi. E già forte è stata ieri la critica di Rehn al decreto per l’abolizione dell’Imu sulla prima casa, critica rivolta soprattutto all’abolizione della tassa sulla prima casa anche ai redditi elevati.
Lo scenario dell’aumento dell’Iva, dunque, appare pressoché scontato. Anche perché, come hanno ricordato ieri fonti autorevoli di Via XX Settembre, “o si finanzia l’abolizione dell’Imu o si finanzia il blocco dell’aumento dell’Iva. Entrambe le cose non sono possibili”.
I tecnici del ministero hanno provato in tutti i modi a cercare le coperture (per l’Iva serve un miliardo fino alla fine dell’anno), simulando le possibili soluzioni, ma la conclusione è sempre la stessa: i soldi non bastano.
Da Pd e Pdl arrivano però accorati appelli al premier Enrico Letta affinché smentisca l’aumento dell’Iva. “Sarebbe un duro colpo per le famiglie e le imprese e finirebbe per deprimere ulteriormente i consumi. Mi auguro che il governo faccia tutto il possibile per scongiurare tale aumento” ha detto il capogruppo Pd alla Camera Roberto Speranza. Dello Stesso avviso il collega del Pdl Renato Brunetta: “Gli impegni del presidente del Consiglio, Enrico Letta, nel discorso su cui ha ottenuto la fiducia delle Camere lo scorso 29 aprile sono chiari: rinunciare all’inasprimento dell’Iva”.