Via libera dal Consiglio dei Ministri di oggi alla nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza: lo ha comunicato alla stampa il Presidente del Consiglio Enrico Letta: “C’è dentro tutto ciò che è accaduto fino a oggi. C’è tanta roba fatta” ha spiegato. In particolare ci sono “12mld di euro nel triennio di interventi in corso – ha aggiunto – per rilanciare l’economia, aiutare l’occupazione, riuscire a far sì che il nostro Paese abbia il segno più davanti agli indicatori giusti, cioè la crescita”.
Nello stesso documento, vengono sostanzialmente confermati dall’esecutivo tutti gli impegni che sono stati assunti con l’Unione europea, con la piena consapevolezza che ”dalla credibilità e dal mantenimento degli impegni dipende la possibilità di convincere i mercati”.
Certamente gli occhi si sono appuntati innanzitutto sull’obiettivo più delicato e più ricordato, il ben noto rapporto tra deficit e Pil che per Bruxelles non deve sforare la clausola del 3%. Lo sforamento, in realtà, ci sarebbe benché minimo: lo stesso aggiornamento del Def indica che il rapporto, a legislazione invariata, è del 3,1%, ma Letta non si dimostra preoccupato: “Il passaggio riguarda un aggiustamento di uno 0,1% che è assolutamente alla portata e che non necessiterà interventi particolari”.
Qualche sassolino dalla scarpa, però, Letta cerca di toglierselo quando dice che quello 0,1% di deficit in più non è imputabile al governo: “L’interruzione della discesa dei tassi e la ripresa dell’instabilità politica pesa sui conti e per questo non siamo stati in grado di scrivere oggi il 3%”. E se sulla discesa dei tassi non ci sono responsabilità dirette, il messaggio sull’instabilità politica è chiaramente rivolto innanzitutto al Pdl, che nei giorni scorsi ha condizionato l’appoggio al governo al rigoroso rispetto di alcuni impegni in materia di fisco e (almeno in parte) all’esito della vicenda di Silvio Berlusconi.
Per il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, le prospettive di ripresa, con una crescita positiva del Pil dall’ultimo trimestre del 2013 sono ”solide”: sebbene i dati possano essere rivisti, “nelle valutazioni di crescita abbiamo già utilizzato tutte le cautele possibili: è chiaro che se si inceppa il meccanismo il processo è a rischio, ma siamo fiduciosi che il processo sia ben avviato”.
”Le scelte fatte stanno dando gli effetti sperati. Come ha detto Saccomanni, credo che il dato moderatamente ottimista contenuto nel Def sia a portata di mano”, spiega di nuovo Letta. La prossima tappa economica importante sarà la presentazione della legge di stabilità il 15 ottobre: “La scriviamo noi – ha precisato il capo del governo – questa piena autonomia da Bruxelles ce la siamo conquistata grazie ai sacrifici degli italiani e dei provvedimenti dei governi che si sono succeduti in questi anni”.
Nessuna costrizione, dunque, ma massimo rispetto degli impegni presi. L’anno prossimo verrà il tempo (ineludibile) di affrontare i temi della crescita, del lavoro, della coesione e delle riforme, mentre già nei prossimi mesi il governo dovrà dare risposte su varie questioni rimaste irrisolte: prima tra tutte, l’Iva di cui si vuole evitare l’aumento.