Germania, la Merkel appesa ai partiti minori
Per vincere, d’accordo, serve almeno un voto in più: non c’è dubbio che domenica in Germania tra Angela Merkel e Peer Steinbrueck andrà in scena un duello voto per voto in ogni seggio.
La cancelliera uscente, peraltro, non è certo in difficoltà nei sondaggi e si appresta a vedere confermato il proprio partito – la Cdu – nel ruolo di forza politica tedesca che gode del maggiore consenso.
E’ probabile che il principale sfidante della Merkel sia mentalmente pronto a una sconfitta annunciata (almeno in termini assoluti), ma frau Merkel non dorme sonni tranquilli.
Lei sa infatti che la Cdu non potrà comunque ottenere tutti i seggi necessari per configurare da sola una maggioranza al Bundestag (ossia la camera che rappresenta i cittadini e non le entità territoriali tedesche), né basteranno i bavaresi “gemelli” della Csu: dovrà necessariamente appoggiarsi ad altre forze per ottenere la maggioranza assoluta e formare il suo esecutivo.
Gli occhi, in particolare, sono puntati anche questa volta sul risultato che sarà in grado di ottenere il Partito liberale – Fdp – che da sempre si è posto nei confronti degli elettori come strenuo difensore dell’economia di libero mercato, più ancora di quanto non abbiano fatto i democratici cristiani della Cdu.
La sua collocazione è variata nel tempo: grazie ai suoi consensi, infatti, ha favorito la nascita di compagini di governo. In particolare, nel 1982 aveva permesso a Helmut Kohl di guidare il suo primo esecutivo da cancelliere, un ruolo che avrebbe mantenuto per ben sedici anni; per sostenere quell’esperienza di governo, tuttavia, ha sciolto l’alleanza con l’Spd che era in corso prima.
Certamente nel tempo la Fdp ha variato notevolmente il suo consenso: se nel 2009 aveva ottenuto un ottimo 14%, in seguito era scesa fino allo zoccolo minimo di due punti percentuali, mentre ora è su percentuali superiori ma lontane dai fasti. Alle ultime elezioni in Baviera, infatti, a fronte della maggioranza assoluta conquistata dalla Csu (cosa che ovviamente piace ai democratici cristiani), i liberali della Fdp sono finiti al 3,2%, calando di quasi 5 punti rispetto al risultato del 2008.
Considerando che la soglia di sbarramento federale è del 5%, i timori che la Fdp non riesca a superarla – restando dunque fuori dal Bundestag – sono più che fondati; qualora non riuscisse nell’intento, probabilmente la Merkel dovrà considerare di nuovo l’ipotesi della “grande coalizione” con i socialdemocratici dell’Spd.
Gabriele Maestri