Ignazio Visco nuovo Governatore di Bankitalia
Ignazio Visco, 62 anni, è il più giovane membro del Direttorio della Banca d’Italia. Laureatosi nel 1971 in Economia con lode alla “Sapienza”di Roma, fu (come Mario Draghi) allievo del professore Federico Caffè. Assunto nel 1972 in Banca d’Italia, Visco ha continuato gli studi negli Stati Uniti, con numerose borse di studio e conseguendo un Master e un Ph.D. in Economics. Dal 1974 è al servizio Studi, di cui diviene capo nel 1990. Coordina il gruppo di lavoro per la costruzione del modello trimestrale dell’economia italiana (1983-86), partecipa alla definizione di interventi di politica monetaria e del cambio, rappresenta l’Istituto e ricopre incarichi in organismi nazionali (tra i quali, Istat, Cnel, Cnr e presidenza del Consiglio dei Ministri) e internazionali (Ocse, Ue, Bri). Dal 1997 al 2002 è chief economist e direttore del dipartimento economico dell’Ocse. È anche membro di vari gruppi e comitati internazionali, tra i quali il Comitato dei Supplenti del G-10 (nel quale poi rappresenta la Banca d’Italia dal 2004 al 2006) e la Commission on Global Ageing del Center for Strategic and International Studies di Washington. Autore di numerose pubblicazioni, Visco è attualmente co-direttore della rivista Politica economica, membro del Gruppo consultivo de “Il Mulino”, del Comitato consultivo della “Normale”di Pisa e di altri prestigiosi Atenei italiani ed esteri. Molte anche le onorificenze che compaiono nel curriculum del nuovo governatore: il Leontief Award for Best Dissertation in Quantitative Economics (Eastern Economic Association, 1982), il premio “Best in Class”, Facoltà di Economia, Università degli Studi di Roma “La Sapienza” (2006) e l’onorificenza di Grande Ufficiale al merito della Repubblica italiana (2007).
[ad]Ignazio Visco è il terzo nella gerarchia di via Nazionale, dopo il Governatore Draghi e il Direttore Generale Saccomanni. La sua nomina avviene per superare la contrapposizione tra il candidato di Tremonti, Grilli, e il naturale successore di Draghi, Saccomanni, implicitamente indicato anche dal Consiglio Superiore dell’Istituto.
Bini Smaghi era stato considerato papabile ultimamente soprattutto perche’ questo lo avrebbe rimosso facilmente dal board della BCE. Sarkozy esige giustamente che si ristabiliscano le quote di rappresentanza nel board in questo momento con 2 italiani e nessun francese, ricordiamo che non c’e’ alcun automatismo per quanto riguarda le sostituzioni dei membri quindi o Bini Smaghi si dimette di sua sponte o resta in barba a qualsiasi gentlemen agreement tra governi europei. Si diceva che appunto il governo italiano potesse essere tentato di promuoverlo proprio per rimuoverlo senza problemi dalla BCE (promoveatur ut amoveatur). Bini Smaghi avrebbe pero’ quasi certamente avuto il parere contrario Consiglio Superiore di Bankitalia e di questo Napolitano non poteva non tenerne conto cosi’ come ne ha tenuto conto non sostenendo la candidatura di Grilli (la qual cosa ha infastidito certamente Bossi che ha subito esternato in proposito lamentandosi delle pressioni del Presidente della Repubblica.
A ben vedere Ignazio Visco (nessuna parentela con l’ex ministro Visco) forse era l’unica via di uscita all’empasse che si era creato visto che e’ una soluzione interna come auspicato da molti e visto che per mantenere l’equilibrio bisognava scontentare un po’ tutti nelle loro aspettative piuttosto che fare pendere la bilancia da un lato solo. Decisamente piu’ gradito da parte dei funzionari della Banca d’Italia rispetto a Bini Smaghi e Grilli, e crea minori problemi di gerarchie interne come forse avrebbe potuto la ventilata nomina della Tarantola.
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