L’ANM risponde a Napolitano e attacca il ddl Palma
L’ANM risponde a Napolitano e attacca il ddl Palma
Non sono proprio piaciute a Rodolfo Sabelli – presidente dell’Associazione nazionale magistrati (ANM) – le parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sul comportamento che il magistrato deve tenere in nome del proprio ruolo.
In occasione dell’apertura del Comitato direttivo del sindacato della magistratura, Sabelli ha esordito col botto: “Noi siamo la magistratura che pretende rispetto e vuole le riforme nel rispetto dei principi della nostra Costituzione”, rispondendo così alle accuse di settarismo lanciate da alcuni esponenti di Forza Italia ed ex pidiellini non ancora accasati.
Gli fa eco la vicepresidente Anna Canepa: “I magistrati pretendono rispetto e da tempo chiedono riforme della giustizia e le vogliono attuare – ha detto l’esponente dell’ANM –. Ma dicono no alle leggi contro la Costituzione e alle leggi ad personam”. Un attacco ai dubbi di Napolitano e alle critiche provenienti dalle file del centrodestra.
Sabelli ha inoltre criticato il contenuto del videomessaggio di Silvio Berlusconi, in cui il leader forzista si è detto preoccupato delle accuse e delle sentenze “imparziali” che lo riguardano: “Ancora una volta siamo stati bersaglio di attacchi e insulti: non è una novità ma questi comportamenti sono diventati più numerosi e violenti, fino a giungere a una campagna organizzata di delegittimazioni – attacca Sabelli -. Ci siamo chiesti se non fosse meglio tacere per non amplificare voci scomposte. Ma abbiamo scelto di intervenire per sollecitare un forte senso di responsabilità a tutela dello Stato di diritto e delle istituzioni e per non dare l’impressione di acquiescenza e abitudine”.
Poi il presidente dell’ANM si scaglia contro il ddl Palma, già al vaglio della Commissione Giustizia in Senato: “È stato presentato ed è stato discusso in commissione in Senato un ddl con nuove ipotesi di responsabilità disciplinare. Ci siamo già espressi in termini negativi in merito, escludendo questa ipotesi dalla revisione del codice disciplinare, non per pregiudizio ma perché queste misure potrebbero portare a interventi punitivi e a una compressione della libera espressione dei magistrati”.
Il provvedimento – ribattezzato “ddl anti-Esposito” – è passato in prima lettura grazie ai voti favorevoli di Pdl, Lega, Grandi autonomie e libertà, più Scelta Civica, contrari Pd e M5S, assente Sel. Il riferimento al giudice della Cassazione Antonio Esposito, resosi protagonista nei giorni scorsi di un’intervista molto discusa, è lampante. In effetti il disegno di legge “prevede che siano sottoposti a procedimento disciplinare quei magistrati che rendano dichiarazioni con le quali, per il contesto sociale, politico o istituzionale in cui sono rese, rivelano l’assenza dell’indipendenza, della terzietà e dell’imparzialità richieste per il corretto esercizio delle funzioni giurisdizionali”.
Sabelli ha concluso: “Chiediamo rispetto, a tutela dello Stato di diritto, per il ruolo e la collocazione della magistratura”. Frase che infine è stata inserita nel documento presentato in assemblea e approvato all’unanimità dal Comitato direttivo centrale dell’ANM.
La controffensiva di Berlusconi e della nuova Forza Italia è partita. L’ANM sembra aver accettato la sfida.
Fabrizio Neironi