Germania, Merkel stravince, nodo alleanze

Pubblicato il 22 Settembre 2013 alle 14:55 Autore: Gabriele Maestri
unione europea

Aggiornamento: Germania, dimissioni per il leader liberale, contatti Merkel-Spd

Il risultato finale delle elezioni tedesche conferma quanto emerso già ieri dalle proiezioni di Zdf e Ard. L’Unione cristiano democratica di Angela Merkel (dunque la Cdu e la bavarese Csu) stravince ottenendo il 41,5% dei voti e conquista 311 seggi al Bundestag, su un totale di 630. Per la maggioranza assoluta però ne mancano 5 e, soprattutto, non c’è una forza potenzialmente alleata che possa colmare la lacuna.

I socialdemocratici (Spd), con il loro 25,7%, portano a casa 192 deputati. Vicinissimi nel risultato la sinistra (Die Linke) e i Verdi, con la prima che supera di pochissimo i secondi: la Linke ottiene 64 seggi, i Gruenen 63. Decisamente insoddisfatti i liberati della Fdp, fermi al 4,8% e dunque fuori dal Bundestag: un risultato analogo al 4,7% del “partito anti-euro” AfD, che però è nato da pochissimo, mentre i liberali hanno una storia ben più lunga e nobile. 

Angela Merkel, terza vittoria consecutiva per lei

Angela Merkel, terza vittoria per lei

Già oggi la cancelliera riconfermata ha iniziato le ricerche del sostegno che le manca per la formazione del suo nuovo governo: in una conferenza stampa ha dichiarato di avere avuto i primi contatti con la presidenza della Spd, manifestando “apertura” a discutere la formazione di un esecutivo con i socialdemocratici. Una sorta di revival della sua prima esperienza di governo (2004-2009), che però punì alle urne la Spd (che dunque non è certo pienamente disponibile, il partito ne parlerà venerdì). Unica altra ipotesi plausibile in campo, del resto, sarebbe una coalizione coi Verdi, di cui non sarebbe ancora stata sondata la disponibilità.

Sul piano politico europeo, la Merkel ha già fatto sapere di non vedere alcuna necessità di cambiamento: “Dieci anni fa eravamo il malato d’Europa e siamo riusciti a diventare un punto di riferimento di stabilità. Ciò che abbiamo raggiunto in Germania possono raggiungerlo anche gli altri. Il processo non passa solo attraverso il risparmio ma anche attraverso il raggiungimento di una maggiore competitività e fiducia da parte degli investitori”.

Nel frattempo, dopo la dolorosa sconfitta di ieri, fonti del partito dei liberali (Fdp) danno per inevitabili le dimissioni del leader Philipp Roesler, che nell’esecutivo guidato tuttora dalla Merkel è vice cancelliere e ministro dell’Economia: con lui si dimetterebbe tutto il presidio liberale.

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L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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