La lettera di Montezemolo al Corriere contro il governo delle larghe “attese”
La lettera di Montezemolo al Corriere contro il governo delle larghe “attese”
Il mezzo epistolare è ufficialmente tornato di moda e si è imposto di nuovo come stile preferito dai potenti della terra e dalle personalità eminenti del nostro paese per comunicare con l’opinione pubblica. Si ricordano gli esempi recenti di Papa Francesco e di Vladimir Putin, autore di un appello contro l’intervento armato in Siria pubblicato dal New York Times.
Stamattina, tra le colonne del Corriere, i lettori hanno trovato la lettera aperta di Luca Cordero di Montezemolo, fondatore del think tank liberale Italia Futura. Il contenuto è già esposto nelle prime righe: “Destra e sinistra si dividono su ogni cosa, tranne sulla difesa di Province, finanziamento pubblico ai partiti, legge elettorale e una generica richiesta di allentare i cordoni della borsa”, scrive il patron della Ferrari, a pochi giorni dal varo della legge di Stabilità, banco di prova dell’esecutivo della Große Koalition italica.
Da ex presidente di Confindustria, Montezemolo non è soddisfatto dell’operato del governo ma non reputa pertinente l’ipotesi di elezioni anticipate: “Le uniche vie d’uscita sono dunque una nuova, inutile, stagione elettorale dagli esiti incerti e potenzialmente disastrosi, o un rilancio dell’azione dell’Esecutivo che spazzi via alibi e condizionamenti”.
La lettera di Montezemolo si contrappone senza ombra di dubbio al recente videomessaggio di Silvio Berlusconi, nel quale l’ex premier ha rilanciato Forza Italia e il programma delle ’94, intriso di slogan redivivi e mai tradotti in provvedimenti.
“Occorre un piano straordinario e di ampio respiro (un piano industriale, si direbbe in un’azienda)”, sostiene Montezemolo e aggiunge: “La stagione dei tagli lineari della spesa pubblica si è conclusa con un fallimento. La spesa è aumentata costantemente e l’efficienza delle politiche pubbliche non è migliorata”.
Ma c’è di più, il leader di IF inserisce un secondo punto: “Non ci sarà nessuna ripresa da agganciare se non metteremo in campo risorse consistenti per gli investimenti e soprattutto per diminuire le tasse su imprese e lavoro” e invita il governo a mettere nell’agenda delle priorità il taglio del cuneo fiscale, che “Confindustria valuta in 10 miliardi di euro”.
Per una ripresa effettiva dell’economia italiana, Montezemolo elenca una serie di proposte mai portate a compimento dai governi della Seconda Repubblica: “Occorre operare un taglio del cuneo fiscale e dell’Irap per 20 miliardi di euro. Questo vuol dire aumentare il deficit di circa un punto e mezzo di Pil. Il rientro di questo deficit in eccesso dovrà essere assicurato da tagli di spesa, non lineari, a regime in quattro anni e dalla maggior crescita che dovrebbe derivare dall’abbassamento delle tasse. Sia chiaro, nessun aumento del deficit potrà essere proposto per altro motivo che non sia diminuzione della tassazione su lavoro e imprese”. Poi incalza: “Bisogna procedere contestualmente all’implementazione del piano ‘Bancoro’, delineato da Quadrio Curzio e Coltorti, per valorizzare le riserve auree in eccesso di Bankitalia e ridisegnare l’azionariato dell’Istituto”, insomma un vero e proprio mini intervento di riforma della Banca d’Italia.
Il programma Montezemolo dev’essere supportato da interventi mirati del legislatore: “Perché questi provvedimenti siano presentabili ai nostri finanziatori e all’Europa dovremmo però prevedere altre due iniziative da varare contestualmente: l’emanazione di un decreto legge su concorrenza, liberalizzazioni, semplificazioni e mercato del lavoro, e il trasferimento immediato in un veicolo ad hoc di tutti i beni e le partecipazioni pubbliche (locali e nazionali) da dismettere”, con l’appoggio di tutte le forze politiche, dei sindacati e degli enti pubblici.
A conclusione del suo intervento, Montezemolo si dice convinto della validità del progetto europeo: “Ogni retorica antieuropea va bandita”, attaccando indirettamente il programma del M5S.
La missiva pubblicata dal quotidiano di via Solferino indica la strada della ripresa economica ma allontana, per il momento, la creazione di una Forza Italia Futura, un rassemblement berlusconian-montezemoliano capace di ricompattare i cosiddetti moderati d’Italia. Montezemolo non vuole scoprirsi politicamente più di tanto, a dimostrazione che l’attesa non è soltanto una virtù da Seconda Repubblica.
Fabrizio Neironi