Pittella attacca il Pd “Sono dei disperati”
“Se non si fa il congresso il Pd muore. C’è gente che si piega a ogni bassezza pur di evitare il cambio della guardia. Sono dei disperati. Ci avvitiamo su nodi che non esistono, frutto di una visione vecchia di trent’anni e ormai superata. Purtroppo c’è chi non vuole prendere atto del proprio fallimento, di aver perduto la battaglia della vita facendosi rimontare da Berlusconi”. Ne è convinto Gianni Pittella, vice presidente vicario del Parlamento europeo e candidato alla segreteria del Pd. “Ma come potremmo lanciare una parola d’ordine credibile se non abbiamo un punto di vista autonomo? – si chiede Pittella in un’intervista a LaNotizia – Siamo ormai privi di un gruppo dirigente, altrimenti avremmo già imposto il taglio di almeno un punto della tassazione sulle imprese e sul lavoro come condizione per restare al governo. Qui è tutto precario, tutto improvvisato. Siamo nelle mani di una nomenclatura romana miope che non vuole mollare la presa e che preferisce che Sansone muoia con tutti i filistei”.
Patto tra i candidati segretari – Gli interrogativi di Pittella potrebbero sciogliersi grazie alla direzione del Pd che si terrà questo venerdì. Stando ad alcune indiscrezioni infatti, ieri sera nella prima riunione della commissione congresso sarebbe stata trovata l’intesa tra gli aspiranti segretari per aprire definitivamente le primarie per il premier anche ad altri candidati oltre il leader di partito. Una modifica dello Statuto che era stata affossata sabato in assemblea dopo le proteste di Bindi, Civati e renziani. La data dell’8 dicembre per le primarie viene invece confermata.