Oscar 2014, L’Italia sceglie ‘La grande bellezza’ film di Paolo Sorrentino
Oscar 2014, L’Italia sceglie La grande bellezza di Paolo Sorrentino
La Commissione di Selezione, riunitasi presso la sede dell’Anica, ha deciso: La grande bellezza rappresenterà l’Italia agli Oscar 2014 per la categoria “Miglior film in lingua non inglese”.
Sorrentino ha avuto una soddisfazione non da poco, sorpassando altri 6 validi candidati: Miele di Valeria Golino, Viva la libertà di Roberto Andò, Razza Bastarda di Alessandro Gassman, Salvo di Antonio Piazza e Fabio Grassadonia, Viaggio sola di Maria Sole Tognazzi e Midway tra la vita e la morte di John Real.
Emozionato e sorpreso, il regista partenopeo ha accolto la notizia dal Brasile, dove presenterà il suo film al Cinema di Rio: «Non me l’aspettavo, sono molto felice. Sarà molto difficile, lo so, ma faremo di tutto per arrivare alla serata degli Oscar».
Infatti la strada non è ancora del tutto spianata: si dovrà attendere il 26 gennaio per la nomination dei film ammessi alla notte delle stelle, che si terrà il 2 marzo.
Ma intanto Sorrentino ha avuto una grande rivincita personale. Nel 2008 non era riuscito ad arrivare alla candidatura per la celebre statuetta (gli fu preferito Gomorra di Matteo Garrone) e quest’anno, anche se coperto da molte critiche positive, La grande bellezza era tornata da Cannes senza validi riconoscimenti.
Adesso invece si intravede uno spiraglio di speranza per questo film che ha fatto tanto parlare di sé.
Il merito va sicuramente anche all’interpretazione puntuale di Toni Servillo, nei panni di Jep Gambardella. Giornalista 65 enne che racconta, attraversando splendori e miserie di Roma, l’umanità variegata che brulica nel suo ventre, la deformazione dei caratteri rappresentati, talvolta ai limiti del mostruoso, morale e/o estetico che sia, fa emergere nettissima l’ipocrisia e vacuità che come un tarlo, dall’interno, divora la loro umanità: “Un’atonia morale da far venire le vertigini”.
Gli unici barlumi di autenticità, nella vita di Jep, sono rappresentati dall’amico Romano (interpretato da Carlo Verdone) e da Ramona (Sabrina Ferilli).
È stata messa in scena la vita frivola e vuota della capitale e senza ricorrere a mezze misure o ad espedienti che traviassero da quella che è veramente la realtà.
È tutto così esagerato e al contempo verosimile, da innescare un immediato processo di (auto)critica: per questo è evidente il riferimento a La dolce vita e per questo è un film che fa sognare un Oscar.
L’ultimo, celeberrimo, risale a troppo tempo fa: ce lo regalò Benigni nel 1999 con La vita è bella.
Questa volta il cinema italiano merita un riscatto, e la meta non sembra poi così lontana.