Carlo Giovanardi, senatore del Pdl, annuncia: ”Non ho firmato e non firmerò le dimissioni perché ritengo non siano la modalità giusta per costringere le forze politiche ad assumersi le responsabilità nei confronti del paese, soprattutto in vista della prossima imminente campagna elettorale”.
”Ho sostenuto nella Giunta per le Autorizzazioni del Senato – fa sapere Giovanardi – che applicare la retroattività per decadenza da senatore a Silvio Berlusconi è una vera e propria ‘mascalzonata’, costruita su violazione di principi fondamentali della Costituzione e delle nostre leggi, stracciando tra l’altro il principio del ne bis in idem e del giudice naturale precostituito per legge e ignorando due recentissime sentenze di assoluzione della Seconda e Terza Sezione penale della Corte di Cassazione passate in giudicato e irrevocabili per lo stesso identico fatto nei confronti di Silvio Berlusconi, considerato invece colpevole dalla sezione feriale presieduta dal dr. Esposito.
L’occasione, peraltro, è buona anche per dire che Giovanardi, in Forza Italia, proprio non ci entrerà: il consiglio nazionale dei Popolari Liberali, presieduto dai senatori Luigi Compagna e dallo stesso Giovanardi, ha deciso infatti di restare nel Pdl. Il movimento, a questo punto, ”potenzierà la sua presenza dal punto di vista organizzativo e politico in sintonia con tutti coloro che si riconoscono nel centrodestra, per rilanciare il PdL, partito popolare, democratico, di ispirazione cristiana, costola italiana del Partito Popolare Europeo che assieme a Forza Italia, costruisca una vincente alternativa rispetto alla vecchia e nuova sinistra”.
Il Pdl, dunque, è destinato a non sparire, ma continuerebbe ad accogliere coloro che non erano parte di Forza Italia nell’esperienza precedente e che non scelgono di entrarvi ora (come invece stanno per fare Daniela Santanchè, Maurizio Gasparri e Altero Matteoli tra i molti). Giovanardi aveva anticipato questa scelta, ma non è affatto ovvio che possa andare così, senza complicazioni giuridiche. Per vederle emergerle e affrontarle, comunque, c’è tempo.
Castiglione (Pdl) “Io non firmo dimissioni” – Anche Giuseppe Castiglione la pensa come il suo collega di partito Giovanardi. In un’intervista a Sky Tg24 l’esponente del Pdl ha chiarito che non intende firmare le dimissioni da deputato. “Sono un atto eclatante e forte, un vulnus istituzionale”. Per questo “non me la sono sentita di aderire a un’iniziativa che non ho condiviso”. “Fermo restando la giustezza delle posizioni del gruppo, non me la sono sentita di firmare”, ha insistito, “credo il Paese in un momento così difficile non abbia bisogno di una frattura istituzionale così forte”.