Torna a salire lo spread, condizionato dalla precarietà del quadro politico di questi giorni. L’esito dell’asta mattutina dei titoli Btp, infatti, non è stato dei migliori: il Tesoro ha collocato Btp a dieci anni per 3 miliardi di euro, l’ammontare massimo prefissato.
Tuttavia il rendimento medio è salito al 4,50% dal 4,46% del mese scorso, mentre la domanda è calata da 1,52 a 1,38 volte l’offerta. Meglio, invece, l’asta per i titoli a cinque anni: domanda è cresciuta a 1,43 volte l’offerta, mentre il rendimento è fermo al 3,38%.
Complessivamente si è registrato un aumento dello spread (il differenziale tra Btp e Bund tedeschi), attestatosi intorno ai 265 punti, 6 punti più elevato rispetto al differenziale con i Bonos spagnoli, fermo a 259.
Il deludente risultato in Borsa è causato dalle tensioni politiche di questi ultimi giorni, su tutte le dimissioni annunciate dai parlamentari del Pdl nel caso venisse votata la decadenza di Silvio Berlusconi dal Senato.
Per fare il punto della situazione, il Presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha fissato un appuntamento nel primo pomeriggio con il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Indiscrezioni rivelano che il premier, già all’inizio della prossima settimana, vorrebbe presentarsi in Parlamento con un proprio documento e chiedere la fiducia. I numeri potrebbero essere fortemente ballerini al Senato, mentre alla Camera non ci sarebbero problemi, vista la larga maggioranza di cui dispone il Pd.
Nel frattempo, tensioni finanziarie si registrano anche oltreoceano. A Washington, infatti, il Congresso è impegnato a trovare un compromesso tra Democratici e Repubblicani atto ad evitare il default degli Usa, con i primi intenzionati a sforare il tetto del debito pubblico ed i secondi che invece evocano tagli alle spese.
L’accordo andrà per forza trovato raggiunto entro il 17 ottobre, altrimenti gli Stati Uniti andranno incontro al cosiddetto “shutdown”, ovvero lo stop ai pagamenti degli stipendi ai pubblici dipendenti. L’ultimo passo prima del default.