Non arrivano buone notizie dal rapporto sul nostro Paese preparato dal Fondo Monetario Internazionale. Pesano incertezza e instabilità politica, soprattutto ora che il governo rischia di cadere a causa delle dimissioni di massa dei parlamentari Pdl. “Nonostante i significativi aggiustamenti – si legge nella relazione – il rapporto debito-pil ha toccato il 127% nel 2012 ed è previsto quest’anno in crescita di altri 5 punti percentuali per la debolezza dell’economia e fattori come i pagamenti alle imprese e i contributi all’Esm”. Il picco del tasso di disoccupazione si avrà invece nel 2013 attestandosi al 12,5% per poi calare “gradualmente” con il rafforzamento della ripresa. Un tasso, spiega il Fmi, che rimarrà comunque sui “livelli pre – crisi”. Inoltre il 2013 per l’Italia dovrebbe chiudersi con un Pil in calo del 1,8% mentre il prossimo anno dovrebbe salire dello 0,7%. “La domanda interna è prevista in lenta ripresa grazie alle esportazioni nonostante i forti venti contrari legati alle ristrette condizioni di credito”.
Carico fiscale opprimente – Un altro dato negativo per il nostro Paese è il carico fiscale “tra i più alti dell’area Ocse, al 44% del Pil”. Per superare questo problema che opprime la crescita bisogna “abbassare le tasse sulle transazioni finanziarie e quelle sul lavoro finanziandole con tagli della spesa corrente non produttiva”.
Riformare giustizia e mercato del lavoro – Secondo il Fmi l’inefficienza del sistema giudiziario italiano ha contribuito a “ridurre gli investimenti e rallentare la crescita”. Le recenti misure “per rimuovere colli di bottiglia e velocizzare i procedimenti giudiziari. Queste misure sono andate nella giusta direzione restano della mancanze”. Non mancano però note positive all’operato del governo soprattutto in materia di mercato del lavoro. Però servono ulteriori riforme “per aumentare la produttività e aumentare il tasso di occupazione, soprattutto fra i giovani e le donne”.
Coalizione instabile porta a perdita di fiducia – Non manca un riferimento sull’attuale situazione politica italiana. Per il Fmi “una coalizione instabile che porti a ritardi nella politica, allo stallo delle riforme strutturali e fiscali o a declassamenti del rating potrebbe avere impatto sulla sostenibilità del debito e comportare una significativa perdita di fiducia nel mercato e spingere l’Italia in un cattivo equilibrio che si autoalimenta e in un periodo protratto di crescita negativa”.