La nascita di un governo prende vita grazie ad una procedura alquanto complessa ed articolata, infatti, l’avvenire di una nuova direzione politica inizia con la cosiddetta “Procedura di Formazione di Governo”. Tale modus operandi viene menzionato, nonché legittimato e regolamentato, nella nostra Costituzione negli articoli 92, 93 e 94. La nascita del Governo della Repubblica è sempre un momento delicato ed è per questo che in tale periodo si vedono un susseguirsi di fasi che sono propedeutiche tra loro.
L’articolo 92, più precisamente nel secondo comma, della nostra Costituzione disciplina la Formazione di Governo in maniera semplice e concisa. Il suddetto articolo recita: “Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri.”
Tale articolo, nella sua purezza, spiega che il Capo dello Stato detiene un ruolo fondamentale per la nascita del nuovo Governo ma al tempo stesso non va a spiegare con quale criterio lo debba scegliere, ed è qui che entrano in gioco le elezioni politiche. La Repubblica Italiana respira all’interno di un sistema democratico e ciò comporta che la rappresentanza politica debba essere scelta direttamente dal popolo tramite delle elezioni libere, corrette e ricorrenti. Il problema, però, si viene a creare nel momento in cui nessun partito riesce ad ottenere in solitaria la maggioranza dei seggi, frutto spesso della combinazione tra legge elettorale scevra da meccanismi atti ad assicurare governabilità, un’alta frammentazione politica – ossia l’elevato numero di partiti presenti – e polarizzazione o salienza dei partiti stessi -ossia l’ideologia del partito che può essere più o meno vicina a quella di un altro partito. Viste le difficoltà nel conseguire la maggioranza, si è istituita una consuetudine costituzionale in forza della quale il Presidente della Repubblica, terminate le elezioni, inizia una serie di colloqui con i vari soggetti di punta dei partiti (segretari, capigruppo parlamentari) nonché sentirà i pareri dei presidenti dei due rami parlamentari e degli ex-Presidenti della Repubblica in quanto nominati senatori a vita. Questa procedura prende il nome di “Fase delle Consultazioni” ed è volta a conoscere le intenzioni e gli orientamenti dei più autorevoli rappresentanti dei gruppi parlamentari con la finalità di individuare una personalità adeguata alla futura maggioranza governativa.
Conclusa la prima fase si passa ad una seconda fase dove si affida all’incaricato, ossia il soggetto designato dal nostro Capo di Stato, l’onere di dar vita a una maggioranza parlamentare e di scegliere i Ministri che, con la sua presenza, costituiranno il Consiglio dei Ministri. La prassi vuole che il futuro ed ipotetico Primo Ministro non accetti immediatamente l’incarico ma lo accolga con riserva. Ciò consentirà sia a quest’ultimo di avere un periodo a disposizione durante il quale consulterà i vari partiti e/o movimenti politici per poter strutturare una maggioranza parlamentare adeguata, sia al Presidente della Repubblica di nominare contestualmente il vertice dell’esecutivo e i relativi ministri.
Una volta terminate le precedenti riunioni, l’incaricato si recherà nuovamente dal Presidente della Repubblica ad annunciare la coalizione di Governo e proporre la squadra di Ministri, sulle cui nomine il Presidente della Repubblica eserciterà un controllo di garanzia e non una mera ratifica rispetto alla proposta avanzata dal Presidente del Consiglio. Qualora esistessero dei problemi insormontabili, come l’impossibilità di formare un nuovo Governo, il Presidente della Repubblica può anche decidere – in casi estremi – di sciogliere entrambe le camere o solo una di esse, previa controfirma del Presidente del Consiglio uscente, e di indire nuove elezioni.
Se l’incaricato riuscirà a trovare una maggioranza parlamentare adeguata entrerà in scena l’articolo 93, che prevede un Giuramento di Fedeltà da parte dei singoli componenti del Governo dinanzi al Capo di Stato. Questo rito celebrativo creerà, in tal modo, una condizione di legittimità per l’esercizio futuro delle funzioni.
«Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione.»
Prima di entrare nell’ultima fase avviene la famosa “Cerimonia della Campanella”, durante la quale il Presidente del Consiglio dei Ministri uscente passa la campanella – ossia lo strumento che si utilizza per dare formale inizio alle riunioni del Consiglio dei Ministri- al neo-Primo Ministro, segnando simbolicamente il passaggio di poteri.
Una volta avvenuto il Giuramento e il passaggio della campanella, si entra nell’ultima fase, che vede il Governo presentarsi dinanzi alle Camere per chiedere la loro fiducia. Quest’ultimo passaggio, che viene presentato ed enunciato dall’articolo 94 della nostra Costituzione, deve avvenire entro dieci giorni dal decreto di nomina. Il nostro sistema parlamentare prevede un Rapporto di Fiducia tra Parlamento e Governo. La fiducia viene domandata ab origine ad entrambe le camere con un discorso che viene tenuto dal neo-Presidente del Consiglio, mediante il quale annuncia il programma di governo e la sua linea politica, e dovrà rimanere vigente in ogni sua eventuale futura verifica.
Il voto, sia se positivo sia se negativo, dovrà essere motivato dai gruppi parlamentari e ciò dovrà avvenire per appello nominale cosicché l’onorevole si impegni dinanzi all’elettorato e dimostri la sua visione politica sul nuovo insediamento governativo in maniera plateale. Ovviamente può succedere che la fiducia non venga concessa e pertanto bisognerà ricominciare tutto da capo ripartendo dalla fase delle consultazioni. Qualora invece il Governo ottenesse la fiducia, entrerà in carica con pieni poteri e potrà iniziare il suo operato rimanendo in carica fino a eventuali azioni che possono causare una sua fine anticipata.
Come possiamo vedere la procedura di formazione governativa è alquanto lunga e complicata. Sotto ogni fase esistono delle peculiarità che assumono caratteri giuridici e/o politici. Ci troviamo dinanzi a delle fasi e dei rituali che rievocano l’onere della responsabilità delle proprie future azioni e della lealtà nei confronti della Repubblica. La costituzione di un Governo, in un certo senso, è molto simile alla nascita di un essere vivente poiché appena esso inizia a respirare vedrà venire sul suo capo diritti e doveri costituzionali e legislativi nonché obblighi di lealtà nei confronti non solo della Repubblica ma anche nei confronti del popolo Italiano.
Autore: Alessandro Bianco