Gli anticipi della sesta giornata di Serie A donano la tranquillità a Napoli e Milan che vincono contro le due genovesi. Liverani paga dazio e viene esonerato: il Genoa torna nelle mani di Gasperini.
Le big scese in campo in questo sabato d’anticipo sono Milan e Napoli contro le squadre genovesi che non stanno, di certo, vivendo un momento positivo. San Siro ospita la Sampdoria che è ancora alla ricerca della prima vittoria stagionale mentre il Genoa – una vittoria, un pareggio e tre sconfitte – dovrà vedersela contro un affamatissimo Napoli preoccupato di non perdere il treno guidato dalla Roma.
Le panchine sono tutte roventi tranne quella di Benitez, criticato per l’eccessivo turnover da chi non fa altro che giudicare nella vita. Il Genoa deve mostrare il carattere con cui, non meno di due settimane fa, ha vinto il derby; altrimenti il colpo di fulmine con Liverani potrebbe rivelarsi una cottarella estiva. Allegri deve riuscire ad intascarsi i tre punti oppure il Presidente, anche se occupato con questioni di altro tipo, potrebbe iniziare a digrignare i denti. Situazione simile per Delio Rossi: la Sampdoria, a parte il black out nel derby, si è sempre mostrare fiera e combattiva ma i punti in classifica sono due in cinque giornate ed il calendario futuro non aiuta.
A Genova si inizia a giocare all’ora dell’aperitivo ed il clima che si respira sugli spalti è quello: i tifosi napoletani accorsi sono seimila e, visto il sodalizio che li lega alla tifoseria rossoblù, hanno potuto seguire l’incontro dalla gradinata sud. Episodio più unico che raro nel mondo del calcio visto anche ciò che si è verificato a Milano dove i tifosi rossoneri hanno manifestato contro la chiusura della curva sud per questioni legate al razzismo. Gli striscioni, nonostante la punizione, riportavano le solite frasi contro i napoletani. Speriamo che, anche tra i vertici della federazione, l’episodio più ricordato sia quello avvenuto a Genova.
I due incontri, sostanzialmente, hanno poco da consegnare alla storia dello sport. Al Ferraris il Napoli inizia col botto ed impiega appena mezz’ora per chiudere il match con una doppietta del “Figlio del turnover” Pandev che torna ad assumere la posizione di seconda punta. Il Grifone, fin dal fischio d’inizio dichiarato incapace di intendere e di volere, non fa altro che subire il gioco lento degli azzurri che, anche durante la ripresa, non forzano la mano per aumentare il distacco. L’unica contromossa apportata da Liverani è stato il passaggio al 4-4-2 dopo il secondo gol del macedone ma, a fine gara, il tecnico viene esonerato da Preziosi che avrebbe già trovato l’accordo con l’ex Gasperini.
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A Milano vi erano tutti i presupposti per assistere ad una divertente partita: entrambe le squadre avevano assoluto bisogno dei tre punti. Pronostico disatteso e gara, a dir poco scialba da parte di entrambe le formazioni. Anche Allegri ricorre, per quanto può, al turnover in vista dell’incontro di martedì sera contro l’Ajax mentre Rossi è all’estenuante ricerca di trovare soluzioni per un attacco totalmente incapace di finalizzare: non può stare tutto nei piedi del giovane Gabbiadini.
L’unico sussulto del primo tempo lo regalano i blucerchiati che, con Costa, sfiorano il gol del vantaggio su calcio d’angolo, mentre il Milan, durante la prima parte di gara, non effettua un solo tiro in porta. Anche nella ripresa la solfa non cambia e Matri conferma di non valere i dodici milioni di euro spesi mentre Robinho prova ad inventarsi una soluzione. Ci pensa lo sloveno Birsa dal limite dell’area a sbloccare il risultato ed inchiodarlo sull’uno a zero. Durante il resto della gara il Milan prova, ma nemmeno troppo, a raddoppiare mentre la Sampdoria fa esordire il giovane attaccante Petagna proprio contro la squadra in cui è cresciuto.
Allegri ritrova i tre punti e rifiata sperando in una buona dose di fortuna contro gli olandesi in Champions; contemporaneamente Rossi sa di dover cambiare rotta e anche di corsa poiché il prossimo avversario è l’acerrimo rivale, il Torino, e la pazienza di Edoardo Garrone, nonostante sia maggiore di quella di Preziosi, non è infinita.