Urbani si dissocia: “Forza Italia non è né moderata né liberale”
Tra le molteplici ed entusiastiche adesioni allo strappo berlusconiano di ieri, c’è anche qualcuno, all’interno del centrodestra, che invece si dissocia e attacca la svolta da “falco” di Silvio Berlusconi.
Stiamo parlando di Giuliano Urbani, ex ministro dei Beni culturali, professore universitario, politologo e soprattutto uno dei maggiori protagonisti della nascita di Forza Italia, avendone elaborato il programma istituzionale nel 1994.
Ebbene, Urbani, oggi, nel corso di un’intervista rilasciata al Messaggero, prende posizione contro le dimissioni dei ministri del Pdl dal governo Letta, che rischiano di gettare il paese in una crisi economico-finanziaria, prima ancora che politica.
Il professore argomenta così il suo dissenso: “Nel ’94 il movimento era nato per unire gli italiani stanchi di urla e battaglie inconcludenti. Ora, invece, la nuova Forza Italia aggiunge una divisione alle divisioni già esistenti. Se escono vivi dalla crisi, l’unica strada è riprendere immediatamente il dialogo sulle regole”.
Secondo Urbani, Berlusconi “ha perso di vista i valori fondanti di quello che fu il partito. Doveva insistere per ottenere la separazione delle carriere dei magistrati. La terzietà del giudice è un principio fondamentale”.
L’ex ministro non lesina attacchi nemmeno al Partito democratico: “Il Pd dice di voler difendere lo Stato di diritto e pensa di liquidare Berlusconi per via giudiziaria”. Dal canto suo “il Pdl grida alla violazione della Costituzione. Per questo è fallito il progetto di un polo moderato, liberale e riformista”.
Per Urbani, dunque, il progetto della nuova Forza Italia è fallito ancora prima di cominciare perché risorto da uno strappo che di moderato e liberale non ha nulla ma, che anzi, può arrecare danni al paese. “Il movimento forzista nato nel 1994” con lo scopo di dare una nuova rappresentanza a tutta l’Italia che non si riconosce nella sinistra “non incarna più, invece, l’anima liberale e moderata” del paese.
Tre ministri Pdl si smarcano – È senza dubbio vero che la gran parte degli azzurri appoggi la scelta Berlusconi, ma il fatto che un big come Fabrizio Cicchitto abbia pubblicamente manifestato perplessità (“una decisione di così rilevante spessore politico avrebbe dovuto essere presa dall’ufficio di presidenza del Pdl e dai gruppi parlamentari”) fa pensare. Molto rumore, invece, fanno le dichiarazioni di Beatrice Lorenzin, ministro della Sanità dimissionario. “Silvio Berlusconi è un perseguitato” ma “non giustifico nè condivido la linea di chi lo consiglia in queste ore”. Il chiaro riferimento è ai falchi che “tentano di distruggere tutto quello che Berlusconi ha costruito e rappresentato”. Di conseguenza, annuncia la Lorenzin, “non farò parte di questa Forza Italia che spinge verso una destra radicale”.
Più netto il giudizio di Gaetano Quagliariello: “Se ci sarà solo una riedizione di Lotta Continua del centrodestra ne prenderò atto e mi dedicherò, magari a creare il Napoli Club del Salario”. Attacca i falchi invece il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi “Così non va. Forza Italia non può essere un movimento estremista in mano a degli estremisti. Noi vogliamo stare con Berlusconi, con la sua storia e con le sue idee, ma non con i suoi cattivi consiglieri. Angelino Alfano si metta in gioco per questa buona e giusta battaglia”.
Berlusconi “Andiamo alle urne e vinciamo” – Intanto Silvio Berlusconi non recede dalla sua decisione di ieri. Anzi rilancia. “L’unica via è andare convinti verso le elezioni il più presto possibile e tutti i sondaggi ci dicono che vinceremo” ha detto il Cavaliere in un collegamento telefonico con un’iniziativa dei parlamentari campani del Pdl a Napoli. L’ex premier ha assicurato che i suoi problemi personali “non hanno mai avuto peso nelle mie decisioni. Ha inciso solo la scelta per il bene del paese. Sono convinto che un governo delle tasse non serva al nostro paese”. Dichiara di essere pronto a votare la Legge di Stabilità “se realmente utile al Paese”. Berlusconi ha poi deciso di convocare per domani alle 17 presso la sala della Regina di Montecitorio l’assemblea congiunta dei gruppi parlamentari Pdl.
Berlusconi “Non ci divideremo” – Berlusconi in serata è ritornato a parlare della crisi di governo dovuta alle dimissioni dei ministri Pdl. “Quando ero imprenditore i governi duravano in media 11 mesi e quando un governo cadeva noi imprenditori eravamo felici perché così per un po’ non c’erano danni – ha detto in un’intervista a Studio Aperto – Non mettiamola quindi così dura con questa cosa della continuità che è un imbroglio come quella dello spread”. L’ex premier non crede alla possibilità di traditori all’interno del Pdl pronti ad appoggiare un Letta bis. Anzi è sicuro “Sono assolutamente certo che nulla e nessuno ci dividerà e spero che alle prossime elezioni i moderati italiani sapranno restare uniti”.