Epifani a In Mezz’ora: “Il Pd non ha paura di andare alle urne”
Nel giorno del compleanno di Silvio Berlusconi e Pierluigi Bersani (anche il destino sembra essersi preso gioco delle larghe intese), il segretario del Pd Guglielmo Epifani parla a In Mezz’ora della strategia dem che verrà messa a punto nelle prossime settimane.
Incalzato dalle domande dell’Annunziata, l’ex leader della Cgil ha esternato le sue forti preoccupazioni per la tenuta dell’economia e delle finanze del paese: “Il gesto dei ministri Pdl può essere qualificato soltanto come irresponsabile – attacca Epifani –, tutto per salvare il proprio leader dalla decadenza da senatore”.
Il segretario democratico non nasconde la propria irritazione per la gestione della crisi da parte degli alleati del defunto Pdl: “Ieri è successo qualcosa di mai visto nella vita politica italiana, uno scarabocchio istituzionale, ministri della maggioranza di governo che si ritirano prima ancora della verifica della fiducia in Parlamento, decidendo di togliere il sostegno all’esecutivo fuori dalle due Aule”.
Spingendosi un po’ più avanti, il responsabile di via del Nazareno ha anticipato le priorità di un probabile Letta-bis o “governo di servizio” pro tempore: “Quando il governo andrà in crisi, il Pd dovrà affrontare due problemi, due priorità per il Paese, la legge di stabilità e la riforma della legge elettorale, ma senza governicchi o trasformismi, bensì con una maggioranza seria”.
L’intervento più urgente rimane l’approvazione della legge di Stabilità, senza la quale l’Italia potrebbe ritornare vittima degli speculatori finanziari internazionali e sorvegliata speciale della Commissione europea. Proprio a metà novembre, Bruxelles trarrà le sue conseguenze dalla lettura dei conti dei paesi dell’Eurozona.
Epifani ha poi ribadito che “il Pd non ha paura di andare alle urne, siamo pronti da tempo a questa soluzione, tuttavia bisogna assicurare al paese un’ultima azione di servizio al paese”. E chiede a Letta di “fare come Romano Prodi nel 2008, presentarsi in Aula e vedere se esiste ancora una maggioranza”.
L’ultima battuta riguarda il congresso democrat di dicembre: “La data rimane quella dell’8 e non vedo perché debba cambiare”.
Dunque il Partito Democratico sembra si stia preparando alle urne, sebbene i ministri Franceschini e Mauro si affidino alla “libertà di coscienza” dei moderati presenti in Parlamento, giusto il tempo di costruire una nuova maggioranza che arranchi qualche altro mese.