La situazione in casa Pdl si fa sempre più tesa. Oggi tre ministri azzurri (Lupi, Quagliariello e Lorenzin) si sono smarcati dalla presa di posizione estremista assunta da Silvio Berlusconi nel pomeriggio di ieri. Sono in molti a pensare infatti che l’accelerata alla crisi di governo sia da imputare ai falchi consiglieri del Cavaliere. I nomi che si fanno sono i soliti. Santanché, Capezzone, Verdini e Ghedini. Falchi che non hanno mai potuto sopportare il duplice ruolo di Angelino Alfano: segretario di partito e ministro dell’Interno del governo Letta. Una contraddizione in piena regola. E nella riedizione di Forza Italia i vari Verdini e Santanché hanno cercato in tutti i modi di eliminare la figura apicale del segretario per far “fuori” di conseguenza Angelino.
Alfano questo lo sa e oggi, raccogliendo l’invito di Lupi a prendere una posizione contro certi estremismi del Pdl, ha detto la sua circa le dimissioni dei ministri azzurri. In una nota ha affermato la sua vicinanza a Berlusconi e e ha attaccato indirettamente i falchi del partito. “La mia lealtà al presidente Berlusconi è longeva e a prova di bomba. La lealtà non è malattia dalla quale si guarisce”. “Oggi lealtà mi impone di dire che non possono prevalere posizioni estremistiche estranee alla nostra storia, ai nostri valori e al comune sentire del nostro popolo”. “Se prevarranno quegli intendimenti – ha avvertito il vicepremier e segretario Pdl – il sogno di una nuova Forza Italia non si avvererà”. “So bene che quelle posizioni sono interpretate da nuovi Berlusconiani ma, se sono quelli i nuovi berlusconiani, io – è la linea annunciata da Alfano – sarò diversamente berlusconiano.
Parole quelle di Alfano che, a detta della deputata Pdl Jole Santelli, “racchiudono con evidenza plastica il pensiero di tanti di noi. Tanti a credere in Berlusconi, ad aver combattuto con lui per la democrazia e per una nuova Italia, a voler combattere per lui per la libertà sua, nostra e degli italiani e per una giustizia degna di questo nome”.