La decisione di Berlusconi di far ritirare i ministri del suo partito dal governo di larghe intese ha dato inizio alla crisi di governo italiana. E mentre gli scenari politici si evolvono, a destra come a sinistra, un occhio di riguardo va dato ai mercati, che potrebbero reagire male alla mossa dell’ex premier.
La situazione è molto complicata e complessa. Il ritiro dei ministri del Pdl potrebbe portare alla caduta del governo guidato da Letta. Ma la decisione dell’ex premier non è andata giù a tutti: all’interno del Pdl si è creata una profonda spaccatura tra chi segue in tutto le direttive di Berlusconi e chi non è d’accordo e sta creando un fronte dei dissidenti.
Il leader di questo fronte sembra essere Gaetano Quagliariello, ministro del governo Letta, che non ha digerito la decisione di Berlusconi, presa “in una riunione tenuta in privato e non nell’ufficio di presidenza”: a lui sembrano accodarsi Lorenzin, Lupi, De Girolamo e, a modo suo, il segretario Angelino Alfano, che su Twitter ha detto di esser pronto a diventare “diversamente berlusconiano”. Quagliariello intravede pure la possibilità di riunire i moderati dissidenti in una nuova formazione di centrodestra, che magari potrà appoggiare il governo Letta.
La spaccatura profonda potrebbe creare una forza parlamentare sufficiente a tenere in piedi l’esecutivo. E’ questa la speranza di Stefano Fassina, preoccupato anche delle ripercussioni che la situazione politica potrebbe avere sull’economia nazionale. In un’intervista rilasciata al “Fatto Quotidiano”, Fassina si dice stupito delle dimissioni dei ministri del Pdl, anche alla luce delle dichiarazioni di Brunetta.
Fassina definisce “irresponsabile” la mossa del Pdl e accusa Berlusconi di anteporre i propri interessi a quelli del Paese. Si dice molto preoccupato anche della situazione economica italiana che questa nuova instabilità potrebbe peggiorare. A rischio, infatti, c’è la legge di stabilità, da varare entro il 15 ottobre per evitare conseguenze potenzialmente disastrose.
E intanto, come già si prevedeva all’alba di questa nuova crisi, l’economia non reagisce bene. Su questo fronte c’era già stato l’avviso dell’agenzia di rating Standard&Poor’s che ritiene indispensabile per l’Italia tenere una stabilità politica “per evitare un ulteriore declassamento”. E nella prima mattina economica della nuova crisi di governo, lo spread registra già un allargamento: passa dai 264 pb di venerdì sera ai 290 pb della prima mattinata di oggi, ma la tendenza è decisamente al rialzo nelle prossime ore. Giù la borsa di Milano: -1.93% in apertura, con 37 titoli principali su 39 che aprono in perdita. Tra questi, Mediaset perde quasi il 4%.
Berlusconi ieri, però, ha respinto ogni accusa di irresponsabilità: per lui la crisi di governo “non ha nulla a che fare con i miei problemi personali” giudiziari, ma è dovuta alla “sconsiderata decisione di congelare le riforme governative e di aumentare l’aliquota IVA”. “Non vogliamo avere niente a che fare con un governo che mette le mani in tasca agli italiani non mantenendo le promesse” ha concluso l’ex premier. Ma l’aumento dell’IVA sembra ormai imminente e impossibile da cancellare, soprattutto visto il buco lasciato dal taglio della rata dell’Imu. Anche quel taglio però è a rischio: il decreto non è ancora stato convertito in legge.