Tutto Ballarò minuto per minuto 25/10/2011 – Il ritorno di Fini

Amici della grande politica, benvenuti ad una nuova puntata di “Tutto Ballarò minuto per minuto”!

Le notizie di questi giorni renderanno molto interessante la puntata di questo 25 ottobre 2011! E infatti gli ospiti sono tutti di primo livello…

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[ad]Scende in campo a sorpresa, questa sera Ballarò, il presidente della Camera Gianfranco Fini. Non sappiamo se la terza carica dello stato sarà in collegamento o in studio, ma di certo la sua presenza promette scintille considerando le sue ultime dichiarazioni sull’agonia del governo. Sempre per quanto riguarda l’opposizione bisognerà seguire bene la prestazione del governatore pugliese Nichi Vendola. In caso di elezioni anticipate il suo ruolo potrebbe essere fondamentale.

Per quanto riguarda la maggioranza di governo ci saranno il presidente della regione Piemonte Roberto Cota, che avrà il difficile compito di difendere il Senatùr e la sua posizione sulle pensioni, e il ministro Maria Stella Gelmini, che già ieri sera ha sfidato Antonio Di Pietro negli studi di “Porta a Porta”.

Per la stampa scende in campo Mario Calabresi, il direttore de “La Stampa” mentre anche questa settimana ci sarà tensione per i sondaggi di Nando Pagnoncelli.

Insomma questa puntata di Ballarò, condotto come sempre da Giovanni Floris, promette bene!

A cominciare dalla copertina satirica di Maurizio Crozza.

21.05 Parte l’anteprima con Floris che introduce la puntata! “La notte decisiva”! Entro mercoledi (domani…) l’Ue ci chiede di puntare sullo sviluppo e di ridurre il debito pubblico. Pagnoncelli dice che secondo i suoi dati le prospettive dell’economia italiana sono negative per gli italiani. Ma la condizione economica personale, secondo gli intervistati, non cambierà. Insomma, il debito privato molto, da sempre ricchezza del nostro paese. Un po’ come la metafora di Beppe Fioroni sull’Italia “convento più povero ma coi frati più ricchi”.

Intanto si svela il mistero e Fini sarà in studio! Si prevede puntatone! E spunta Rotondi, al posto di Cota! Non è la prima volta che vediamo un cambio in corsa a Ballarò, ma fa sempre notizia. Si aggiunge Claudio Siciliotti dei dottori commercialisti insieme a Fabrizio Onida dell’università di Milano.

Pubblicità, aspettando Crozza.

 

21.12 Parte Crozza! “Il governo galattico dell’Unione Europea che vi parla”. Sembra Hal9000 di “2001 Odissea nello spazio”. La Merkel dovrebbe chiederci anche di sconfiggere la mafia entro mercoledì. L’unica certezza in questa situazione complicata riguarda l’eredità di Veronica Lario. Vi sembra possibile approvare una norma ad personam proprio questo fase traballata? Silvio pensa sempre e solo…ai cavoli suoi. Da novello Ulisse (molto omerica questa introduzione) punta sempre sul Cavallo di Troia il nostro premier. Ma anche senza il cavallo.

21.18 Crozza cita il premier finlandese (sbagliando alla grande: è Jyrki Katainen!!!) e interroga la Gelmini sul premier norvegese (Stoltenberg, citato a gran voce qui in redazione molto prima della risposta gelminiana). Ma la Norvegia non sta nell’Ue, Crozza! “Gelmini, per me lei è da 8”. Lo sarà pure per le nostre pagelle?

 

Intanto il comico genovese prende di mira Fini, uomo di gran classe ma capace di cambiare atteggiamento sotto campagna elettorale.

21.22 Crozza paragona poi Letta (quello bravo o quello del Pd?) ad un personaggio di Monster&Company. Il sottosegretario potrebbe trovarsi dappertutto e sua moglie (quella della crostata e del relativo patto) gli telefona sempre per cercarlo a casa…Ora parte il servizio di Scazzolla.

22.24 Bossi viene intervistato dai giornalisti a proposito del destino del governo e viene sottotitolato!

Poi si passa ad Annarella che prende di mira il ministro delle riforme davanti al bar Giolitti.

Il set poi si sposta in Belgio (che cambio di set! Molto cinematografica questo puntata) dove Poggi si aggira nei pressi del castello dove si è tenuta la cena del Partito Popolare Europeo (“perché non mi ha invitato”, esclama un nostro redattore”). Dopo una criptica risposta di Berlusconi a Poggi (prendeva di mira alcuni “ragazzotti dell’industria”) si torna in studio e si dà la parola a Fini. Che sin dalle prime parole sembra più un leader di partito che la terza carica dello stato.

21.28 La situazione non è precipitata nel giro di pochi giorni. Ma negli ultimi mesi. E il governo non sembra in grado di arginare questa crisi. Almeno questi sono i segnali. Aspettiamo risultati dal Cdm, afferma Fini. “Tremonti ed altri non vogliono la patrimoniale, e ciò svuota il decreto sviluppo”. Ora tocca alla Gelmini. Attaccherà Fini sulla sua imparzialità?

 

21.33 La Gelmini difende le misure del governo. Parla del problema strutturale del debito pubblico (ma questo argomento, come diceva Dalla Vedova, poteva valere nel 2001, non dopo un decennio berlusconiano), della riduzione dei costi della politica e dell’azzeramento del rapporto deficit/pil nel 2013. “Ora l’Europa ci chiede di più”. Intanto Vendola già. Sulle si prepara, o almeno così sembra. Sulle pensioni però stenta ad essere chiara. “E’ normale aver posizioni differenti”. E Fini che vuole interloquire dicendo che questa lettera all’Ue non basterà. I due sono pacati. Si danno del tu. Prove generali per lo scontro finale o tentativo di approccio tra i due?

21.37  Fini parla di massimi sistemi europei sulla falsariga del suo “fondamentale” contributo dato alla Convenzione europea per conto dell’Italia, assieme a Giuliano Amato. La parola passa a Vendola che subito cita il gioco dell’oca (ma vi ricordate il “Gioco dell’oca del Partito Democratico”? quello che uscì in allegato su Europa). La più grande vittoria sta nel fatto che dopo 30 secondi il governatore pugliese non ha ancora pronunciato la parola “narrazioni”.

 

 

21.41 Vendola vuole emulare Massimo Bordin: si è portato i giornali da casa. E alla fine “non cambia mai niente”. Replica la Gelmini dopo un lungo applauso della “claque” riprendendo temi cari anche al Pd: la realtà è diversa rispetto a quella che racconta Vendola. “Ci siamo assunti la responsabilità…” di imbarcare Scilipoti! “Con un debito così alto non si cresce”.

21.46 Floris interrompe tutti e mostra una tabella a noi molto cara: la composizione dei gruppi parlamentari alla Camera nel 2008 e nel 2011. Ovviamente citano anche i Repubblicani Azionisti di Nucara che i nostri lettori conoscono bene.

La parola passa a Rotondi ed afferma che il problema non è Berlusconi ma casomai, in positivo, il fatto che gli italiani si sono inorgogliti. Del resto se qualcuno avesse deriso Sarkozy i socialisti francesi avrebbero risposto con l’artiglieria pesante.

21.49 Ma oggi è il Fini show, così sta scritto. E allora Fini spazia su tutti i temi della politica. Destra, sinistra, centro, debito pubblico e deficit. Il furetto Fini si destreggia con fare sbarazzino e cercando di dare un’immagine innovatrice al suo ruolo e al suo partito. “Il vero dominus del governo è Tremonti. Ho fatto il vice-premier con lui per cinque anni”. In realtà solo 4. Tutti si scordano di Siniscalco. Pure colui che causò le dimissioni del commercialista di Sondrio.

21.52 La Gelmini invece da del lei al Presidente della Camera e gli ricorda che siamo tutti italiani. Riprende i ragionamenti rotondi ani e cita Napolitano. Siamo tutti nella stessa barca ma il timoniere è sbagliato. “Ma lei ha un’amica all’estero” gli chiede Floris. Il conduttore cita De Gasperi, la Gelmini afferma che non ci sono De Gasperi in giro. Dimenticando che lo stesso premier nel settembre 2003 si paragonò allo statista trentino.

21.56 Vendola si difende, cita “Forza Gnocca” e sostiene che stiamo vivendo una fase di degrado linguistico. Ora pubblicità, poi si parla di pensioni.

22.03 Riparte il programma con un servizio catastrofista di Marzia Maglio. Il solito che mandano in onda dopo il primo stacco pubblicitario. In Svezia non esiste la pensione d’anzianità. E questo dannato coefficiente che deve arrivare a 100. Intanto ci informano che l’Inps è in attivo.

22.07 Tocca a Calabresi che considera “fastidiose” le risatine di Sarkozy e Merkel. Kohl e Mitterrand non l’avrebbero mai fatto. Ma è fuori luogo dire che questo discredito nei confronti dell’Italia è causa della stampa, vi è una responsabilità governativa. La crisi è stata negata e chi diceva il contrario veniva bollato come “anti-italiano”. La Gelmini intanto interrompe Calabresi e parla di scuola. Calabresi cita i suoi amici londinesi e Claudio Tito di Repubblica, che ha formato una generazione di drogati della politica.

22.16 Floris continua ad interrogare Onida, manco fosse lui il professore universitario. Cerca di spingerlo invano su posizioni anarco-capitaliste della serie “read my lips: no more taxes!”. Ma il fratello dell’ex presidente della Corte Costituzionale resiste. La Gelmini sbrocca sulle pensioni. E rimembra i bei tempi di Bobo Maroni al Welfare dal 2001 al 2006.

22.21 Gianfranco Fini sostiene che è prova di lungimiranza politica ammettere degli errori. Di conseguenza la Gelmini non può dirsi lungimirante. Rotondi difende la Gelmini cercando di fare una battuta e definisce Fini come un novello Wolverine: un leader di partito la sera, il presidente della Camera di giorno. Il primo attacco alla parzialità di Fini arriva dopo oltre un’ora di trasmissione.

 

22.26  “Floris, su questa cosa non possiamo metterla in burletta” urla Fini mentre la Gelmini incomincia a negare l’esistenza della disoccupazione in Italia. “Questi non sono idee, sono numeri” conclude Fini nella sua fase di materialismo dialettico.

22.28 Mentre Floris cazzia Siciliotti che timidamente intende prendere la parola, la palla ritorna a Mario Calabresi che rischia di porsi come un Terzo Polo di Ballarò nel bel mezzo dello scontro frontale Gelmini-Fini. Vendola, vittima di questo scontro, parla della Liguria mentre Rotondi è elogiato per le sue argute battute. “Pochi interventi ma molto efficaci”.

22.34 Parte un opulento servizio di Vixia Portel sulla parsimoniosa Svizzera e sulla possibilità di stringere un accordo fiscale con al confederazione elvetica. Speriamo di cogliere citazioni alle elezioni dei consigli degli stati di domenica. Ne approfittiamo per partire c0n la nostra nota di colore.

Nota di colore: Floris, come di consueto, conduce la trasmissione indossando un gessato, aggiungendo questa volta una cravatta viola: sarà un endorsement al Popolo Viola o alla Città di Firenze, che questo fine settimana ospiterà, alla Stazione Leopolda, l’evento di Matteo Renzi? Stesso discorso possiamo farlo per Nichi Vendola,dalla cravatta di un viola ancora più vistoso.Gianfranco Fini, seguendo l’aplomb di cui ha parlato anche Crozza nella sua copertina, presenta un gessato, una camicia bianca ed una cravatta azzurra. La Gelmini, in completo beige-bianco, testimonia un look molto classico, cosa che non può dirsi invece perGianfranco Rotondi, che si presenta con giacca nera e camicia nera: che stia festeggiando la vittoria della Coppa del Mondo di Rugby da parte degli All Blacks? Mario Calabresi si presenta con una giacca blu, una camicia tendente al lilla ed una cravatta di seta blu, mentre Onida indossa una giacca grigia, una camicia azzurra ed una cravatta Regimental di vari colori. Di Sicioliotti, invece, somiglia in maniera non indifferente all’allenatore di calcio Andrea Agostinelli.

22.40 Finisce il servizio e inizia Siciliotti, leggermente amareggiato. Cita i problemi strutturali del paese. Grande intervento all’insegna di un incipit comune: “Questo è un paese…”. Ricorda il discorso franceschiniano dell’Hotel Marriot di Roma, quello del “è antiberlusconismo? E’ essere anti-italiani?”. Floris ha deciso, sulla falsariga di Fini e Gelmini, di inscenare un dibattito contro il presidente del consiglio dei dottori commercialisti. Elogia il concordato (quello di Craxi del 18 febbraio 1984?) e velatamente parla in maniera criptica del condono.

21.47 Rotondi, che ha “la stima di maggioranza e opposizione”, fa autocritica per la gioia di Fini. Rotondi dice che la situazione è simile a quella del 1994 dicendo che “Fini è come Martinazzoli”. Per evitare la vittoria di Vendola bisogna inventarsi qualcos’altro. Fini non lo ascolta e si ributta sull’economia, suo tema prediletto.

21.52 Fini legge parte della lettera degli industriali, sostiene che Rotondi è intuitivo e afferma che se c’è un stallo sulle materie economiche è perché il primo contribuente italiano si chiama Silvio Berlusconi. “Ma che cattiveria”, afferma la Gelmini.

21.55 Non ci vengono in mente precedenti: stiamo assistendo ad uno scenario inedito. Il Presidente della Camera duella su questioni squisitamente politiche con un esponente del governo. Non ci vengono in mente precedenti di questi tipo.

Ora pubblicità. E dopo i sondaggi di Pagnoncelli.

23.00 Cosa ne pensano gli italiani dell’Unione Europea? Per i dati di Pagnoncelli le sue indicazioni sono necessarie per la maggioranza assoluta degli intervistati. L’Italia permane tra i paesi più europeisti dei 27. Il sorrisino di Sarkozy era rivolto più al pese che a Berlusconi.

Questo perché la nostra immagine non è molto gradita all’estero anche se il 23% sostiene che si tratta solo di un brutto comportamento di Sarkozy.

23.04 Sulle pensioni il 56% sostiene che i lavoratori abbiano già fatto troppi sacrifici.

 

Meglio la patrimoniale del condono (76% contro 11%).

Per il 64% Berlusconi si deve dimettere.

I partiti: Pd al 26.6%, PdL 25.5%. Il resto tutto invariato.

Le coalizioni: il centrosinistra senza il Terzo Polo prendo il 48,5%, col centro al 59% e col centro alleato con la destra comunque supera il 51%.

I leader più popolari? Sempre la terna Montezemolo, Draghi, Marcegaglia. Perché c’è Amato nella lista?!?! Berlusconi sempre tra gli ultimi.

23.09 La Gelmini ha l’arduo compito di difendere questa situazione drammatica, mentre Fini sostiene che il governo ha ancora il diritto/dovere di cercare di governare. Alleanza con Vendola? Oggi no. Domani forse. Dopodomani sicuramente. E tutti insieme appassionatamente.

Fini dà sfoggio alla sua cattiveria evidenziando come la moglie di Bossi a 39 anni sia già in pensione. Rotondi cita la macchina del fango in salsa finiana. La Gelmini ripunta sul suo duplice ruolo leader di partito/presidente della Camera.

23.18 Vendola replica affermando che in ogni caso suo obbiettivo è anche quello di battersi contro la destra. In nome della giustizia sociale. Per certi versi meno propenso ad un’alleanza larghissima. Interrotto dalla Gelmini cita il decalogo berlusconiano per i talk show televisivi: dare del lei all’avversario, interrompere ecc… Si gasa sulla scuola.

23.21 Mentre partono i titoli di coda Nando Pagnoncelli  e Calabresi concludono questa puntata di Ballarò cercando di analizzare gli sbocchi sistemici di questa crisi.

Ma la puntata ormai è finita, come d’improvviso. Arriva come un triplice fischio l’alè di Floris.

Dopotutto, domani è un altro giorno.

Ma adesso è il momento delle nostre pagelle!

[ad]FINI & GELMINI – 7 e 6.5 – Per la prima volta facciamo un commento unico per due diversi ospiti, ma d’altronde, visto il bel duello che hanno saputo mettere in atto, mettendo decisamente in ombra gli altri ospiti, non potevamo fare altrimenti. DUELLANTI

VENDOLA – 6,5 – Penalizzato dal bel duello Fini-Gelmini, dà luogo a buone performance ma isolate tra di loro, che non lo fanno mai entrare veramente nel match. ISOLATO

ROTONDI – 6 – Interviene poco, spesso con battute mirate. ZANZARA

CALABRESI – 6 – Penalizzato dai molti ospiti, non entra mai nel vivo dell’azione, e non interviene quasi mai. Per quel poco che interviene, però, sa mostrare attenzione e competenza. DISCRETO

ONIDA – 6,5 – Il classico parere del “perito esterno”, che con competenza e chiarezza sa delineare la situazione. COMPETENTE

SICILIOTTI – 6,5 – Quando alle 22.43 ancora non era stato chiamato in causa, nel backstage di “Tutto Ballarò minuto per minuto” stavamo già meditando di mettergli un anonimo “senza voto”, finchè, scattata l’ora “x”, non dà inizio ad un discorso da un tono comiziante decisamente insolito per un tecnico con argomentazioni simili a quelle dei Libertari Statunitensi. RON PAUL

FLORIS – 6,5 – Come quegli arbitri che nelle partite combattute lasciano correre, non ha bisogno di intervenire in una puntata in cui gli ospiti riescono, anche quando si riscalda il clima, a gestirsi da soli il dibattito. ALL’INGLESE

 

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