Roma: i riflessi della crisi di governo
Fin qui dunque l’universo frammentato della destra italiana la pensa allo stesso modo. Le distanze emergono quando arriva il momento di attribuire le responsabilità per la fine prematura del governo.
“La sinistra, che oggi cerca di addossare tutte le responsabilità della caduta del governo su Silvio Berlusconi, finge di dimenticarsi che questo esecutivo non poteva sopravvivere senza uno sforzo comune per garantire la giustizia e la pacificazione nel nostro Paese e senza un progetto chiaro per uscire dalla crisi economica” afferma Gianni Alemanno.
“È evidente che la ragione delle dimissioni di massa dal governo e dal Parlamento è legata alla decadenza da senatore e non a quell’aumento dell’Iva voluto dal precedente governo sostenuto da Berlusconi e Alfano” ha detto invece il vicepresidente dei deputati di Fratelli d’Italia, Fabio Rampelli: “Pur constatando che le maniacali attenzioni investigative e giudiziarie riservate a Berlusconi sono state una vergognosa pagina del sistema italiano, occorre che il centrodestra pensi al futuro dell’Italia”.
Francesco Storace ha le idee chiare già da qualche giorno: “Se il Pd non avesse preteso l’accelerazione sulla retroattività della legge Severino, lasciando decidere alla Corte costituzionale sul primo caso di applicazione ad un parlamentare in carica, oggi non ci sarebbe la crisi di governo. Enrico Letta è vittima dei suoi”.
Insomma le tante facce della destra italiana si uniscono nel chiedere il voto ma si dividono su Berlusconi. E questa, in effetti, non è una novità.