Siria, Assad: “Elimineremo le armi chimiche”
Il 28 Settembre, in Italia era già notte, i 15 membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite hanno approvato la risoluzione 2118 che, oltre a condannare l’attacco condotto con gas velenosi e nel quale persero la vita 1400 abitanti della periferia est di Damasco, vieta al governo siriano di “usare, sviluppare, produrre o in ogni caso acquistare, stoccare, mantenere armi chimiche”, il divieto è comunque allargato a qualsiasi “partito” o “parte politica”.
Una risoluzione di portata storica, la prima “bella notizia” che si sente dalle parti di Damasco dopo 30 mesi di conflitto secondo il Segretario Generale Ban Ki-Moon: anche se qualcuno evidenzia alcune questioni lasciate irrisolte.
Alla risoluzione, per esempio, non si applica il “Capitolo VII” della Carta delle Nazioni Unite, quello che prevede l’uso automatico della forza in caso di violazione. Se la Siria non rispetterà i patti bisognerà votare una nuova risoluzione, con la possibilità che venga posto il “veto” da parte di uno o più membri permanenti del Consiglio di Sicurezza (Usa, Cina, Russia, Regno Unito, Francia).
Molti commentatori, inoltre, hanno evidenziato che la risoluzione sembra condannare non tanto lo sterminio di civili ma le modalità che lo hanno causato, non tanto l’azione criminosa in quanto tale ma il modo in cui essa è stata eseguita.
Assad, intervistato da Monica Maggioni di Rainews 24, ha dichiarato che rispetterà tutti i patti che la Siria ha firmato e che “elimineremo le armi chimiche per nostra volontà” e “ci siamo impegnati a portare a termine l’accordo sullo smantellamento delle armi chimiche prima che la risoluzione fosse approvata”.
Gli esperti internazionali arriveranno in Siria già la prossima settimana, la responsabilità sulla loro distruzione adesso non è più in mano al governo di Damasco: si prevede che le 1000 Tonnellate in possesso di Assad possano essere poste sotto il controllo internazionale entro la metà del 2014.
Durante l’intervista il Presidente siriano mostra un lato più “morbido” del solito anche se non rinuncia a criticare Europa e il “Medioriente” più vicino agli Usa. Quando i “terroristi” verranno cacciati e gli aiuti che gli provengono dall’esterno cesseranno “l’unica strada da percorrere saranno le libere elezioni”.
Assad saluta favorevolmente anche i tentativi di dialogo tra Usa e Iran. Piovono critiche, invece, su Arabia Saudita e Qatar, non solo alleati, ma anche “stati satelliti” di Washington.
Alla domanda sul ruolo dell’Italia risponde che “per capire il ruolo italiano bisogna parlare dell’UE che dice di voler mandare aiuti ma in realtà ci colpisce interrompendo i rapporti commerciali e diplomatici” attuando un vero e proprio “embargo”.
Infine, Assad continua a negare di aver usato armi chimiche contro i “ribelli” o contro i “civili” e assicura che “nessuno può averlo fatto senza il mio permesso”.
In Siria, comunque, si continua ad uccidere con armi convenzionali. Fonti vicine all’opposizione “anti-regime” riferiscono che un jet ha bombardato, oggi, un liceo a Raqqa, nel capoluogo della regione settentrionale della Siria. Si parla di dozzine di vittime.