Arresti Alba Dorata: in manette anche il numero due del partito nazista greco
L’omicidio del rapper antifascista di 34 anni Killah P, al secolo Pavlos Fyssas, per buona parte dell’opinione pubblica greca ha rappresentato l’inizio di una seria riflessione sulle condizioni in cui versa il paese, in molti temono per le sorti della democrazia.
L’artista si era recato, insieme a sette amici, in un locale per assistere a una partita di calcio in televisione, era il 17 Settembre. Il gruppo, mentre stava per tornare a casa, è stato aggredito da una trentina di persone col volto coperto.
Fyssas è, per ben due volte, accoltellato al cuore. Non c’è stato nulla da fare per salvargli la vita, ma secondo il Guardian prima di spirare è riuscito a dire il nome del suo assassino.
Il giorno dopo l’omicidio, uno sciopero di 48 ore, viene trasformato in una manifestazione contro Alba dorata, migliaia di manifestanti si raccolgono sul luogo dell’agguato fatale, violenze e 23 arresti il bilancio degli scontri seguiti alle proteste.
Sempre il 19 Settembre, il Primo Ministro greco Samaras, annuncia che non saranno tollerate le azioni violente di Alba Dorata, unicamente mirate a destabilizzare la democrazia, di un paese che ha molto lottato per conquistarla.
Un militante del partito nazista greco di 45 anni, Georgios Roupakias, aveva appena confessato l’omicidio del musicista. Dalle sue dichiarazioni sono emerse le responsabilità, riguardo all’omicidio, anche di buona parte dei vertici di Albadorata.
La Magistratura greca ha quindi fatto scattare 36 mandati di arresto per semplici militanti ma anche per alcuni dirigenti di “Chrysi Avgì”: in manette sono finiti 20 appartenenti al partito tra cui, il “Fuhrer”, Nikos Michaloliakos.
In giornata si è costituito il numero due di Alba Dorata, Xristos Pappas, arrivando al commissariato generale di Atene a bordo di un taxi. Una volta in manette ha salutato numerosi militanti, accorsi per mostragli solidarietà, al grido di “non ci fermeranno, viva Alba Dorata”.
Il Procuratore che ha firmato gli ordini di custodia cautelare, Charalambos Vourliotis, formulerà, nei confronti degli arrestati, l’accusa di associazione a delinquere. Sono accusati inoltre di vari omicidi e aggressione, violenze, persino racket (estorcevano denaro agli stessi immigrati che volevano cacciare via dal paese, secondo il magistrato).
Continuano anche le perquisizioni in tutta la Grecia: al setaccio i campi di addestramento, dove i militanti imparavano a “combattere”, e presso i quali si ipotizza possano nascondersi anche armi e munizioni.
Gli inquirenti non escludono che Alba Dorata sia riuscita ad arrivare ad essere il terzo partito greco (13-15% per cento dei voti, secondo partito considerando solo il voto degli elettori tra 18 e 29 anni) e a commettere le sue azioni nella quasi totale impunità anche grazie a connivenze e collusioni con servizi segreti e polizia, si indaga anche in questo senso.
Dalle indagini, condotte da Vourliotis, emerge l’anatomia di un partito modellato sul “Fuhrerprinzip”: un solo “capo” alla guida che trasmetteva gli ordini attraverso una rigida gerarchia anche alle diverse “cellule” locali.
Dopo gli arresti, la quasi totalità della rappresentanza parlamentare di Alba Dorata, è stata “spazzata via”: per Syzira, il partito di sinistra che da poco ha conquistato il primato nei sondaggi superando la Nea Demokratia del Premier Samaras, non si può ignorare la quasi completa cancellazione di un gruppo parlamentare, quindi, bisogna tornare al voto.
Merkel & Co, invece, non sembrano convinti del ritorno alle urne in Grecia, sarebbe la terza tornata elettorale in un anno e mezzo: al vaglio del governo la possibilità di far lavorare il Parlamento con meno deputati, secondo una possibilità offerta dalla Costituzione.