Cile, si è suicidato Mena, il generale della “Carovana della morte”
Lo scorso 11 settembre correva il quarantesimo anniversario della morte dell’ex Presidente cileno Salvador Allende, avvenuta durante il colpo di stato militare appoggiato dagli Stati Uniti nel 1973. Le circostanze della sua morte, tuttavia, non sono mai state del tutto chiarite: una versione sostiene che fu ucciso dai golpisti di Augusto Pinochet mentre stava difendendo il palazzo presidenziale ma, secondo la versione “ufficiale”, pare che Allende si sia tolto la vita con un fucile.
Quarant’anni dopo, a suicidarsi è stato uno dei suoi principali rivali, il generale Oldlanier Mena Salinas. Mena era stato capo dell’agenzia d’intelligence cilena, la Central Nacional de Informaciones, tra il 1977 e il 1990 ed è stato ritenuto responsabile di decine di omicidi, sequestri e torture.
Nel 2007, fu condannato per l’assassinio di tre dirigenti socialisti durante la “Carovana della morte” a 10 anni di reclusione, poi ridotti a 6, e dal 2011 aveva beneficiato anche del regime di semilibertà che gli permetteva di trascorrere i week-end in casa propria. E, proprio presso la propria abitazione di Las Condes in Cile, a 87 anni si è assassinato sparandosi al cuore.
L’idea di affrontare un ulteriore processo, al quale avrebbe dovuto rispondere di numerosi omicidi, e il trasferimento presso un carcere comune hanno quasi certamente spinto Mena a suicidarsi. Infatti, la notizia del suo suicidio è giunta a pochi giorni dall’inizio del nuovo processo che a Roma si svolge sul fronte dei desaparecidos dell’America Latina: l’11 ottobre ci sarà l’udienza preliminare per la “Operación Cóndor”, ovvero l’operazione di politica estera statunitense messa in atto durante gli anni Settanta e volta a tutelare i governi di quegli Stati dell’America Latina dove l’influenza socialista e comunista era ritenuta troppo potente.
Inoltre, Mena sarebbe stato trasferito presso un carcere comune, poiché quello in cui si trovava (il Penal Cordillera di Peñalolén) è stato chiuso dopo essere stato definito come un “hotel per i detenuti VIP”, come annunciato dall’attuale Presidente cileno Sebastián Piñera.