Emmott sul Financial Times: per le riforme l’Italia deve andare al voto
Gli occhi di mezza Europa sono tutti puntati sull’Italia in questi giorni di turbolenze governative. Angela Merkel spera ancora in Letta mentre dall’Inghilterra si fa sentire Bill Emmott, ex direttore di The Economist, con un editoriale al veleno contro il governo delle larghe intese.
Emmott si è occupato per molto tempo del nostro paese – era diventato, per questo, la bestia nera di Berlusconi – scrivendo anche due libri che hanno riscosso molto successo (Forza, Italia e Good Italy, Bad Italy).
“Un governo paralizzato, anche se guidato da un uomo abile come Letta, è peggio di nessun governo – ha dichiarato sul Financial Times – se le dimissioni dei ministri del Pdl hanno causato incertezza, prima vi era la certezza che il governo fosse paralizzato”. Emmott ha individuato anche le cause di questa paralisi dovuta “alla condanna di Berlusconi che ha scelto di sfidare tutte le istituzioni politiche del paese”.
Dopo le dimissioni in massa dei ministri in quota Pdl e in vista del voto di fiducia previsto per domani in aula, il giornalista ha rincarato la dose: “Letta cercherà ora di formare un nuovo governo, ma l’unico modo in cui si può sperare d’introdurre un vero programma di riforme è attraverso nuove elezioni”.
Soprattutto, aggiungiamo noi, attraverso l’attuazione di uno dei fondamenti di qualunque Democrazia che si rispetti (notare la “D” maiuscola): l’alternanza governativa. E per far ciò, va spazzata via questa ignobile legge elettorale. Perché se si chiama Porcellum, un motivo ci deve pur essere.