Istat, il miraggio del lavoro: disoccupazione giovanile record al 40,1%
Istat, il miraggio del lavoro: disoccupazione giovanile record al 40,1%
Ad accompagnarsi all’aumento dell’IVA al 22% e allo spread a 264 punti base c’è anche il dato della disoccupazione giovanile in Italia, aggiornato al mese di agosto.
Ebbene si tratta di una cifra da capogiro: 40.1% d’inoccupati, tutti compresi nella fascia d’età tra i 15 e i 24 anni. A livello europeo, peggio di noi c’è soltanto la Spagna, che ha superato quota 55.
Una vera e propria ecatombe lavorativa che ha raggiunto il suo picco dall’inizio della crisi economica (2008). Si tratta infatti della percentuale più alta mai registrata dall’istituto di statistica dal 2004 su base mensile e dal 1977 su base annua.
Il dato è stato confermato anche dalla sorella Eurostat – l’istituto di Lussemburgo – che ha evidenziato il divario tra i paesi dell’Europa meridionale e quelli dell’Europa centrale: il tasso di disoccupazione giovanile in Germania e Austria si assesta sotto il 10% (rispettivamente 7,7% e 8,6%), mentre la media dei paesi dell’Eurozona arriva a 23,7%, al momento ampiamente superata dal Belpaese.
Per quanto riguarda il livello di disoccupazione generale, i parametri di Roma sforano di uno 0,2% la cifra fatta registrare dall’area euro (12%). Il totale dei cittadini europei senza impiego è di 26,6 milioni e supera di qualche unità il numero degli occupati italiani (22,498 milioni), 19,178 milioni soltanto nell’Eurozona.
Piovono i primi commenti negativi dei leader del sindacalismo italiano. Per Raffaele Bonanni (CISL): “Il dato sulla disoccupazione dell’Istat dà la misura di come la realtà cruda del Paese abbia bisogno di un sussulto di responsabilità da parte di ciascuno”, ha detto Bonanni. “Il dato è anche il segno di tutto ciò che non va e che si deve correggere rimettendo a posto questo governo, con una classe politica che collabori, altrimenti i dati sulla disoccupazione saranno ancora più pesanti”.
A rincarare la dose ci pensa Luigi Angeletti, responsabile della UIL: “Non ci sono scorciatoie: se bastasse una legge per far scendere la disoccupazione sarebbe tutto facile. E invece il problema è quello di far crescere le imprese riducendo le tasse”, attacca il leader sindacale. “Ma questo viene continuamente rinviato da campagna elettorale a campagna elettorale. Nella prossima campagna elettorale ci verranno a dire che occorrerà una riforma fiscale”.
Critici anche i presidenti di Federconsumatori, Rosario Trefiletti, e di Adusbef, Elio Lannutti: “La disoccupazione ad agosto sale al 12,2%, il livello più elevato dal primo trimestre 1977. Segna un nuovo record storico, inoltre, la disoccupazione giovanile, che tocca quota 40,1%” osservano i due. “Dati che, in tutta la loro gravità, descrivono chiaramente la situazione di vero e proprio allarme in cui si trova il Paese”.
Tutto questo a poche ore dall’apertura del Click day, prima novità inserita nel dl Lavoro dell’esecutivo Letta. Attraverso l’iscrizione a uno spazio adibito nel portale on line dell’INPS, il datore di lavoro può registrare il giovane lavoratore in apprendistato e “prenotare” la sua assunzione a tempo indeterminato, nel rispetto di ben determinati prerequisiti e grazie ai fondi messi a disposizione dal governo (794 milioni di euro per 100.000 under 30 fino al 2016).
Secondo molti sarà un fallimento, ma il ministro del Welfare Enrico Giovannini non demorde: “Io non mi azzardo a fare previsioni. Se sara’ un flop, vedremo cosa si puo’ fare; se sara’ un successo, impareremo a guardare le cose con occhi diversi”.
Forza Italia atto II e congresso del Pd a parte, un nuovo soggetto sembra essere sceso in campo: il partito dei giovani senza lavoro, che – orfano della buona politica – ha già il 40% di consensi.
Fabrizio Neironi