Nelle ultime settimane, ad El Salvador ci sono stati importanti sviluppi politici tali da condizionare le strategie in vista delle elezioni presidenziali, che si svolgeranno il prossimo 2 febbraio come stabilito recentemente dal Consejo Nacional Electoral.
L’attuale Presidente Mauricio Funes non potrà ricandidarsi e, pertanto, il proprio partito Fruente Farabundo Martí para la Liberación Nacional (FMLN) ha deciso di presentare la candidatura dell’attuale Vicepresidente Salvador Sánchez Cerén. Quest’ultimo non è gradito agli Stati Uniti, al contrario di Funes con cui hanno mantenuto dei buoni rapporti come testimoniato dal rifiuto “ideologico” di aderire all’Alianza Bolivariana para nuestros Pueblos de América (ALBA).
Nel frattempo l’altro principale partito salvadoregno, l’Alianza Republicana Nacionalista (ARENA), rischia di concorrere alle prossime elezioni presidenziali senza il suo principale candidato Norman Quijano, nonché attuale sindaco di San Salvador.
Egli è infatti stato accusato di malversazione riguardo all’uso di fondi municipali: la sua eventuale condanna potrebbe condizionare l’intera campagna elettorale del Paese, poiché la corsa riguarda soltanto i principali partiti. L’esito delle elezioni non pare, pertanto, scontato, ma sarà necessario che questa competizione si svolga in piena regolarità, cosicché le istituzioni salvadoregne garantiscano una maggiore affidabilità del Paese, dalla quale dipende il suo sviluppo.
Al di là di quale candidato trionferà, stavolta l’unico vincitore dovrà essere El Salvador. Il World Economic Forum (WEF) ha indicato che nel Paese sussistono delle scarse condizioni per la creazione d’investimento e sviluppo delle aziende, e presso alcune aree non sussiste alcuna garanzia in ambito di sicurezza, trasparenza e istruzione.
A migliorare dev’essere soprattutto l’istruzione, considerati i dati riguardanti l’analfabetismo, radicato anche a causa dello scarso controllo delle istituzioni e della criminalità. È bene quindi che, a prescindere dei risultati elettorali, si badi a fare un’immediata tabula rasa delle condizioni attuali del Paese, per permettere ai giovani un futuro senza povertà e con maggiore progresso.