Silvio Berlusconi non ci sta e, dalle pagine del settimanale Panorama (di sua proprietà) contrattacca. L’intervista sarà pubblicata sul numero in uscita domani, ne riportiamo alcune anticipazioni.
Moltissimi gli argomenti trattati dal Cavaliere. Si comincia, com’è ovvio, dalla decisione di sfiduciare il governo di larghe intese, che, secondo Berlusconi, è riconducibile all’aumento dell’Iva: “Sentire che Enrico Letta, che ho sempre stimato e che ho sospinto io a Palazzo Chigi, dichiarasse che era diventato inevitabile infliggere nuove pene agli italiani, per di più attribuendomene la colpa, ha avuto su di me l’effetto di una pugnalata. Che però mi ha restituito la voglia di lottare”.
Quella del premier è stata “una ritorsione inaccettabile. Un dispetto. Con l’aggravante di attribuire a noi la responsabilità della decisione. Insomma, Letta annunciava nuove tasse e le intestava a noi. Inaccettabile. Altro che colpo di testa mio. È stato il suo un colpo basso”.
Ma privare il paese di un governo stabile non arrecherebbe un danno incalcolabile alla nostra già disastrata economia? Secondo il leader del Pdl no: “Oggi è concettualmente sbagliato temere l’instabilità o dare connotati di per sé positivi alla stabilità. La vita, l’economia, la conoscenza, l’innovazione, il progresso dell’umanità sono frutto del mutamento, dell’instabilità e dell’agire in condizioni d’incertezza”.
Step successivo dell’intervista è l’analisi sulla natura del Pdl e di Forza Italia. Qui Berlusconi rivendica la matrice moderata e liberale del movimento da lui fondato: “La critica dei ministri e di Fabrizio Cicchitto non va a Forza Italia quale ho in mente io ma all’immagine che è stata data della mia decisione di rompere gli indugi dinanzi alle provocatorie decisioni del premier e dei ministri del Partito democratico.
“Hanno creduto davvero – e questo mi spiace personalmente – che io sia stato circuito da cattivi consiglieri dotati forse di polverine stordenti. Non ci sono sinedri segreti in Forza Italia, né gerarchie occulte. Forza Italia è un movimento di moderati, che ha il suo perno nei valori occidentali del cattolicesimo democratico, del socialismo riformista e del liberalismo laico, senza derive estremistiche di alcun tipo. Certo essere moderati non significa aver paura di difendere la libertà quando è minacciata”. Niente falchi e pitonesse, dunque.
Tuttavia nel centrodestra c’è una spaccatura profonda che non si vedeva dai tempi dello strappo di Fini. Come andrà il voto di fiducia oggi? Il gruppo del Pdl si scinderà?
Qui Berlusconi è tranchant e si augura che il gruppo voti compattamente la sfiducia all’esecutivo, anche perché “un’alleanza tra Pd e transfughi Pdl sarebbe talmente indecorosa e avvilente che si scontrerebbe con una ripulsa popolare”, senza contare che “Napolitano “non darebbe mai l’avallo a un simile esperimento”.
Non può mancare, infine, il classico attacco alla “magistratura politicizzata”: “Io non muoio neanche se mi ammazzano. Più che altro è la giustizia ad essere ossessionata da me e mi fa uno stalking infinito. Io penso che la giustizia sia l’architrave principale su cui poggia la civile convivenza. Se come da noi è corrosa e politicamente corrotta, uccide la pace di tutti. È la politica che deve riparare la trave”.