La Corte di Appello di Atene ha stabilito che Alba Dorata, un partito di estrema destra, è “una organizzazione criminale“.
Le accuse erano relative ad alcuni omicidi, al ferimento di diverse persone con armi di vario tipo, a ripetuti attacchi contro immigrati, omosessuali e attivisti di sinistra e minoranze etniche presenti in Grecia.
Termina così un processo durato oltre 5 anni, che vede le condanne del leader del movimento, Nikos Michaloliakos, e altri 17 ex deputati.
Michaloliakos è stato riconosciuto come guida e fondatore del movimento nonchè mandante dell’assassinio del rapper Fyssas nel 2013. Rischia fino a un massimo di 15 anni di carcere.
Il militante Georgios Roupakis, reo confesso, è stato giudicato l’esecutore materiale dell’omicidio.
Gli appartenenti all’organizzazione rischiano invece fino a un massimo di 10 anni.
L’entità delle condanne sarà annunciata nei prossimi giorni. Tutte le accuse, comunque, sono state rigettate dai condannati, i quali si dichiarano vittime di persecuzioni politiche.
Il partito aveva sfiorato consensi del 10% durante la crisi del debito greco. Alle scorse elezioni del 2019, tuttavia, non ha conseguito alcun deputato.
La notizia della decisione dei giudici è stata accolta con soddisfazione da migliaia di manifestanti riunitisi nella piazza davanti alla Corte di appello.
Si registrano scontri tra le persone presenti e le forze dell’ordine. Al lancio di oggetti incendiari, la polizia ha risposto con gas lacrimogeni e cannoni ad acqua, atti a disperdere la folla.