Pdl, dopo Berlusconi…Alfano?
La fiducia al Governo Letta ha segnato per il Pdl uno spartiacque rispetto al quale ci sono due principali interpretazioni.
Secondo la prima e più diffusa interpretazione la giornata di ieri consegna un Berlusconi fortemente indebolito nella leadership. Berlusconi – scrive Massimo Franco sul Corriere – ha perso contro Alfano il suo primo ed ultimo congresso. Di sicuro c’è che rispetto alla scorsa settimana Berlusconi non ha più “l’arma del ricatto” nei confronti del Governo Letta e della delegazione ministeriale del Pdl. Per contrappasso è più forte Alfano innanzitutto nella sua funzione di vicepremier. Più forte e credibile anche nella interlocuzione all’interno del Pdl. Col Pd e agli occhi del Colle, grande protagonista della vicenda.
Un’altra interpretazione, più favorevole a Berlusconi, lo vorrebbe rafforzato all’indomani del voto di fiducia al Governo Letta. Per la capacità di Berlusconi di essere riuscito a tenere ancora una volta unito il Pdl. Per essersi sottratto dal tentativo del Partito Democratico di estromettere il fondatore del Pdl dalla vita del governo ma soprattutto perché – dicono molti dalla (neonata?) Forza Italia – perché da oggi “Berlusconi sa chi sono i suoi nemici” e potrà operare politicamente in una situazione di maggiore chiarezza.
Forse entrambe le interpretazioni rispecchiano piccoli elementi di verità. Detto ciò ci sono elementi oggettivi che meritano di essere considerati.
Democrazia parlamentare: nonostante la fortissima leadership carismatica di Berlusconi nel Pdl e nel rapporto coi deputati eletti il governo di larghe intese (qui forse la vera intuizione del Quirinale) ha dato ad un numero sufficiente di deputati la spinta per muoversi in autonomia rispetto alle indicazioni del proprio leader.
Angelino Alfano. Se da oggi Alfano è il riferimento politico di una parte del Pdl si deve alla capacità di interpretarne una sorta di evoluzione politica. E se ad aiutare Alfano in questa impresa sono stati personaggi come Cicchitto, Lupi, Formigoni, Giovanardi, Quagliariello è perché nella storia di ognuno di loro ci sono altri “travagli” politici. Ognuno di loro, con le proprie specificità, arriva dalla politica e, seguendo la politica è andato oltre Berlusconi. Lì dove si è fatto trovare pronto Angelino Alfano che a questo punto come Enrico Letta e Matteo Renzi può aspirare ad una piena ed autorevole leadership.