Istat, nel 2012 pesante crollo dei consumi
Nuovi dati sono stati rilasciati dall’Istat, dati che trattano del potere d’acquisto delle famiglie. Secondo l’istituto nazionale di statistica le famiglie italiane sono tornate, per potere d’acquisto, al 1990. La diminuzione del potere d’acquisto è del 4.7%, toccando i livelli del 1990, mentre in termini correnti la disponibilità di reddito per le famiglie è diminuita del 2%. Ma il crollo dei consumi non si è trasformato in aumento dei risparmi, visto che anche questi toccano altro livello record in negativo.
L’Istat ha anche rivisto le variazioni del Pil degli ultimi due anni: -2.5% per il 2012, rispetto al -2.4% calcolato a marzo, e +0.5% nel 2011 rispetto al vecchio dato che segnava +0.4%. L’Istat ha calcolato anche il deficit tra il Pil e le pubbliche amministrazioni, stabile al 3% e cioè nei parametri dettati dall’Unione Europea.
Un analisi macroeconomica approfondita rivela che gli investimenti sono diminuiti di oltre l’8%, mentre i consumi registrano un -3.8% per il 2012. Per contro l’esportazione di beni e servizi sono aumentate del 2% mentre le importazioni sono di molto diminuite, registrando un -7.4%.
La brutta crisi economica però si è abbattuta anche sui prezzi, che hanno visto un crollo in tutti i settori: -5.8% per le costruzioni; -4.4% per agricoltura, silvicoltura e pesca; -3.1% per l’industria pesante e -1.7% per i servizi.
La pressione fiscale, come rilevato dall’Istat, è salita al 44% nel 2012, mentre il debito pubblico rimane stabile al 127%.
Francesco Di Matteo