Colombia, quali le conseguenze della liberalizzazione commerciale?
Nonostante l’adozione di strategie di sviluppo degli ultimi vent’anni, caratterizzate dalla privatizzazione dei servizi tecnici e di credito, in Colombia si registra ancora una considerevole percentuale di povertà. Infatti, secondo i dati raccolti dal mese di luglio 2012 e giugno 2013 dal Departamento Administrativo Nacional de Estadística (DANE), cica il 32,2% della popolazione totale del Paese vive in estreme condizioni di povertà.
Eppure, il governo colombiano è sempre stato fiducioso del fatto che il TLC (Tratado de Libre Comercio entre Colombia y Estados Unidos) avesse permesso anche dei concreti miglioramenti delle condizioni di vita nel Paese. Il TLC è l’accordo bilaterale da Colombia e Stati Uniti sulla totale liberalizzazione del commercio tra i rispettivi Paesi: siglato nel 2006 ma in vigore soltanto dal 2012, l’accordo prevede la graduale eliminazione di tutti i dazi e le tariffe sul flusso di beni e i servizi rimasti in vigore fra i due Paesi.
Il TLC rientra nella strategia adottata dal governo di Bogotá riguardo all’apertura ai mercati esteri per aumentare la domanda di esportazioni, come confermato dagli accordi firmati con il Messico, il Cile e il Perù. La crescita di flussi commerciali con gli Stati Uniti ha permesso alla Colombia di essere il terzo maggiore partner statunitense del continente americano. Tuttavia, finora gli effetti del TLC sono stati senza precedenti sull’economia del Paese, soprattutto per quanto riguarda il settore agricolo.
I contadini hanno indetto uno sciopero generale, ma le proteste sono sfociate in atti di guerriglia urbana, e represse poi duramente dalle forze di polizia. Il malcontento popolare è dovuto soprattutto ai danni subiti dai contadini in seguito all’apertura del mercato con gli Stati Uniti: i loro prodotti sono diventati, infatti, meno competitivi e conseguentemente ne è diminuita la produzione. In seguito alle proteste, il governo colombiano ha deciso di intervenire per tentare di rimediare alla crisi, attuando delle misure che dovrebbero rivitalizzare l’industria agricola del Paese senza impedire la crescita dei commerci.