L’insolita casacca giallo canarino porta, evidentemente, molto bene a Floccari. L’attaccante si è trasformato, dopo le critiche contro il Sassuolo, nell’uomo giusto al momento giusto per questa Lazio che continua a mostrare enormi e gravissime lacune in difesa. L’avversario è la squadra turca del Trabzonspor che, attualmente, occupa la quarta posizione nella Super Lig turca e che, nel precedente turno di Europa League, ha sconfitto i ciprioti dell’Apollon Limassol – che stasera hanno sconfitto il Legia Varsavia.
L’incontro ha inizio ed i turchi, in appena mezz’ora, affossano i biancocelesti. Ad aprire le danze è Erdogan che, con un potente diagonale, trafigge Marchetti. Al raddoppio del Trabzonspor, firmato da Mierzejewsky, risponde, al 29’ Onazi, magistralmente imbeccato dal ventenne colombiano Perea, che accorcia le distanze inutilmente. Dopo appena cinque minuti, infatti, i difensori laziali pasticciano in area regalando ad Henrique il gol del 3 a 1.
La Lazio si riversa in attacco ma non riesce a centrare il bersaglio; notevole l’impegno dimostrato da un altro giovane biancoceleste: il ventenne acquistato dal Santos Felipe Anderson. La svolta si ha con l’ingresso in campo, al 61’, di Floccari – subentrato a Candreva – che impiega giusto due minuti per rendersi pericoloso. Si tratta del preludio al mezzo miracolo che avviene tra il 38’ ed il 40’ minuto: prima di testa e poi con una scivolata, l’attaccante calabrese rimonta i turchi ed inchioda il risultato sul 3 a 3. Un punto che vale oro per Petkovic che rimane in testa al girone assieme agli stessi turchi.
La Fiorentina di Montella scende in campo, sotto una fitta nevicata e sopra ad un terreno di gioco ridotto in pessime condizioni, contro gli ucraini del Dnipro. Nell’undici titolare viola le assenze sono di quelle che pesano: Rossi, Gomez, Aquilani, Pasqual e Vargas ma, fortunatamente, ritorna in campo Cuadrado.
Il primo tempo è una continua lotta fra i giocatori ed il campo: le pozzanghere vincono quasi sempre ed è un’impresa riuscire ad effettuare un passaggio decente. Forse è proprio del terreno scivoloso la colpa della papera di Neto, resa inoffensiva dall’intervento, al limite della scorrettezza, di Rodriguez. La prima frazione di gioco termina con un Dnipro in crescendo – terreni simili, in Italia, non se ne vedono (quasi) più – che mette varie volte in difficoltà la difesa gigliata senza riuscire a passare in vantaggio.
Nella ripresa smette di nevicare ed arrivano le prime due reti del match. Matos viene atterrato in area da Rotan e l’arbitro indica il dischetto del rigore. Si presenta alla battuta Rodriguez che insacca e porta la Fiorentina in vantaggio. Dopo pochi minuti l’arbitro indica nuovamente il dischetto del rigore ma dalla parte opposta del campo: Pizarro colpisce la palla con il braccio in area e Seleznyov trasforma. Il risultato è di 1 a 1 e torna a fioccare la neve. Gli ucraini ci provano e spingono in avanti scoprendosi e lasciando alla Fiorentina delle praterie – o paludi viste le condizioni del terreno – che vengono magistralmente percorse da Borja Valero che si inventa il cross per l’incornata di Ambrosini che porta in vantaggio la Viola al 73’. Montella, grazie ad un insolito cinismo, riesce a strappare i tre punti su un terreno maledetto e conquista la vetta solitaria del girone di qualificazione.