L’ultimo rapporto Osmed offre un quadro allarmante circa il consumo di farmaci degli italiani. A crescere è sopratutto l’uso degli antibiotici, che nel 2012 lo ha visto aumentare di oltre il 20% rispetto all’anno precedente. Si stima che ogni italiano consumi al giorno almeno una compressa.
Una vera abbuffata di farmaci. E’ il quadro emerso dalla pubblicazione dei dati OSMED, l’osservatorio sull’impiego dei medicinali dell’agenzia Italiana del farmaco (AIFA), che ogni anno riferisce sul consumo di farmaci della popolazione. La fotografia che ne viene fuori è davvero preoccupante: sembra, infatti, che gli italiani ingeriscano medicinali con estrema superficialità, anche per patologie verso le quali servirebbe magari solo un po’ più di accortezza o una buona prevenzione, quale può essere ad esempio un innocuo raffreddore. Le statistiche pubblicate presentano infatti un profilo impietoso degli italiani, i quali consumano farmaci senza alcuna conoscenza delle controindicazioni che un eccessivo consumo comporta e, a volte, quasi con un valore pretestuoso. I dati parlano chiaro: si ingerisce in media una compressa al dì per persona , per un equivalente di 30 scatole di farmaci pro-capite all’anno, insomma si assumono i farmaci quasi si trattasse di un caffè. Riferisce l’OSMED che in 12 anni, dal 2000 al 2012, il consumo di farmaci degli italiani è letteralmente raddoppiato, passando dalla prescrizione di 580 farmaci ogni mille abitanti come nel 2000, alle 985 dosi giornaliere dell’ultimo anno. Si stima che ogni cittadino spenda in farmacia una somma vicina ai 430 euro all’anno, e sopratutto le donne, riferiscono i dati, si dimostrano le più “fedeli clienti”. In particolare il gentil sesso sembra più incline rispetto agli uomini all’acquisto di una specifica classe di farmaci, gli antidepressivi, medicinali, sappiamo bene, che agiscono direttamente sul sistema nervoso. Le stesse inoltre si dimostrano primeggiare anche per ciò che riguarda l’assunzione di farmaci capaci di contrastare dolori muscolari o di alleviare le problematiche derivanti dall’osteoporosi. Molto gettonati dagli uomini sono invece i farmaci utilizzati per contrastare patologie del sistema cardiovascolare e quelli, sopratutto per gli over 70, per curare l’ipertrofia prostatica e in generale il sistema genito-urinario.
A crescere in questi anni è stato sopratutto l’uso degli antibiotici, fenomeno sociale che desta non poche preoccupazioni per gli esperti, sopratutto se ad essere coinvolta in questa esponenziale corsa al farmaco è la popolazione anziana,gli over 60. Gli antibiotici, infatti, non sono farmaci come altri, e un loro eccessivo consumo può dar luogo a controindicazioni molto pericolose, anche mortali, e a lungo andare a beneficiarne saranno solo i batteri. E’ ciò che riferisce una ricerca americana del Centers for disease control and Prevention (CDC), secondo la quale un abuso di antibiotici non solo è causa di resistenza al principio attivo, realtà che lo rende inefficace da un punto di vista terapeutico, ma rappresenta un rischio perchè rende incurabili patologie altrimenti sanabili. In realtà parlare di resistenza agli antibiotici non è una novità; già Flemming, scopritore di questa classe di farmaci e premiato con il Nobel per la medicina nel 1945, ammoniva circa l’attenzione che bisogna porre quando sono consumati. A tal proposito queste le dichiarazioni di Steven Solomon, presidente del CDC: “Ogni anno negli stati uniti due milioni di persone si ammalano a causa di batteri resistenti agli antibiotici e almeno 23.000 persone muoiono per infezioni correlate”. Se è vero, dunque, che un eccessivo consumo di antibiotici può dar luogo a fenomeni di resistenza tali da renderlo inefficace da un punto di vista terapeutico, è altrettanto vero che solo oggi la ricerca scientifica è in grado di quantificare il danno provocato dal loro abuso. Così spiega Solomon e le sue parole non lasciano indifferenti: “ Da tempo molti medici hanno avvertito che la resistenza agli antibiotici rischia di far tornare la società ai tempi in cui molte persone morivano per infezioni ordinarie. Il rapporto di 114 pagine della Cdc sottolinea la pericolosità del batterio Cre, capace di sviluppare difese contro quasi tutti gli antibiotici presenti sul mercato. E’ ancora raro (ha causato solo 600 morti) ma diffuso: i ricercatori hanno rilevato la sua presenza nelle strutture sanitarie di ben 44 stati.” Deve esser chiaro, dunque, che un eccessivo consumo degli antibiotici, anziché debellare il male che si vuol curare, ha l’effetto paradossale di accrescere la pericolosità dei batteri che si vogliono contrastare, perchè li rende immuni da una qualsiasi azione farmacologica. “Se non stiamo attenti”, conclude il presidente,” la scatola dei medicinali sarà vuota quando andremo a cercare degli antibiotici salvavita. Se non verrà adottata adesso un’azione urgente, per molti pazienti sarà come tornare indietro a quando non avevamo farmaci efficaci“.
http://fisiomedicine.wordpress.com/2013/09/25/il-morboso-consumo-di-farmaci-degli-italiani/#more-929