Bolivia ed Ecuador, Morales e Correa alleati per la svolta

Pubblicato il 7 Ottobre 2013 alle 14:30 Autore: Giacomo Morabito

Lo scorso giovedì, presso la città boliviana di Cochabamba, si è svolto un incontro fra Evo Morales e Rafael Correa, i rispettivi presidenti di Bolivia ed Ecuador per tracciare le nuove strategie dell’Alianza Bolivariana para los Pueblos de Nuestra América (ALBA), l’Unión de Naciones Suramericanas (UNASUR) e la Comunidad de Estados Latinoamericanos y Caribeños (CELAC).

Alla riunione avrebbe dovuto partecipare anche il Presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, assente per motivi di salute come dichiarato da lui stesso tramite Twitter. Durante l’incontro si sono discusse più questioni e, in particolare, l’ammissione di rivedere la loro permanenza presso l’ONU: secondo quanto dichiarato, nel caso in cui non si provvederà a un futuro cambiamento della sede e in ambito di finanziamenti, allora i due Paesi potrebbero abbandonare l’organizzazione.

Già durante le settimane scorse, in occasione della riunione dell’Assemblea Generale dell’ONU, Morales aveva affermato la necessità di rinnovare la principale organizzazione internazionale. Correa e Morales intendono dare un taglio alla politica “imperialista” dell’Occidente che condiziona le organizzazioni internazionali.

Correa-e-Morales

I presidenti hanno esortato i governi latinoamericani a impegnarsi a rafforzare il socialismo per combattere le disuguaglianze in America Latina causate dal modello neoliberista. Correa ha sostenuto che i popoli latinoamericani debbano compattarsi per contrastare gli abusi subìti dalle grandi potenze, poiché insieme sono “più forti di qualsiasi potere”.

Inoltre, egli ha sollevato la possibilità di promuovere un osservatorio internazionale del petrolio in America Latina e nei Caraibi, impegnato soprattutto in ambito d’inquinamento, rispetto dei contratti con le compagnie petrolifere e delle decisioni dell’arbitrato internazionale.

Al termine dell’incontro, il Presidente Correa e la delegazione ecuadoriana hanno partecipato nel pomeriggio della stessa giornata a un incontro con i movimenti sociali e dei contadini indigeni di Chimoré, collocata nella provincia di Carrasco (dipartimento di Cochabamba) e tristemente nota per la coltivazione di ampi campi della foglia di coca.