Sondaggio Tecné per Sky Tg24: la (rischiata) crisi di governo nelle intenzioni di voto premia il PD e punisce Forza Italia
Gli accadimenti dell’ultima settimana, con la crisi di governo prima aperta da Silvio Berlusconi imponendo le dimissioni ai ministri del PDL e poi ricomposta a seguito della spaccatura interna allo stesso partito dell’ex Presidente del Consiglio, ha portato mutamenti significativi nelle intenzioni di voto del sondaggio realizzato da Tecné e diffuso da Sky Tg24.
Chi guadagna più di ogni altro rispetto alla scorsa settimana è il Partito Democratico, la cui gestione della crisi ha evidentemente convinto l’elettorato, che passa dal 27,1% al 30,1% consolidandosi come primo partito. Al contrario, il calo dei consensi maggiore riguarda proprio il PDL/Forza Italia, che in soli sette giorni scende dal 25% al 22,3%, quando basta per essere raggiunto dal Movimento 5 Stelle, che invece guadagna due decimali di punto salendo al 22,4%.
Fra gli altri partiti, avanza nelle intenzioni di voto solo la Lega Nord passando dal 4,2% al 4,7%, mentre tutte le altre formazioni politiche appaiono in flessione: Scelta Civica scende fino al 4,6% (-0,7%), SEL si attesta al 4% (-0,5%), Fratelli d’Italia e UDC rispettivamente vengono accreditati del 3% (-0,3%) e del 2,4% (-0,4%).
Considerando le coalizioni, le significative variazioni nelle intenzioni di voto a favore del centrosinistra, ora al 34,8%, fanno sì che esso superi il centrodestra, sceso al 31,1%. In flessione anche il centro “montiano”, passato dall’8,1% al 7%, mentre è in leggero rialzo la sinistra ex Rivoluzione Civile accreditata del 3%. Dato infine di particolare importanza è quello legato all’area dell’astensione sommata agli indecisi, che supera la metà degli elettori: il 51,3%, aumentando di circa due punti percentuale nell’ultima settimana.
Per quanto concerne la fiducia nel Governo Letta, gli eventi degli ultimi giorni conducono ad un drastico calo di coloro che non indicano il proprio giudizio, vedendo così aumentare in maniera rilevante i soddisfatti dell’esecutivo fino al 49,6% (+4,3%), così come aumentano anche i giudizi negativi, ora al 45% (+0,9%).