Mentre le ricerche dei corpi dei naufraghi sono sospese per le cattive condizioni meteo, si contano i morti e i dispersi di questa ennesima tragedia. Nuovamente protagonisti sono le centinaia di profughi disperati. I numeri sono drammatici: solo 155 i superstiti. 111 i morti. Circa 250, a detta dei sopravvissuti, i dispersi. Impazza di conseguenza la polemica politica: dal centrosinistra si chiede un radicale cambio di rotta sulla politica immigratoria. Marco Pacciotti, coordinatore del Forum Immigrazione del Partito Democratico e storico collaboratore di Livia Turco, parla di una sfida senza precedenti e si scaglia fortemente contro le politiche del centro destra.
Che posizione prende il Partito Democratico, attraverso il Forum Immigrazione che lei presiede, verso le odierne critiche leghiste alla ministra Kyenge e alla presidente Boldrini? E come si profila lo scontro Alfano-Epifani sulla legge Bossi Fini?
Gli attacchi alla Kyenge, alla Boldrini e a tutto l’impianto solidale del mondo dell’immigrazione non sono una novità. E’ un approccio ideologico che denuncia una connotazione di stampo razzista, basti ricordare le parole ingiuriose ed irripetibili rivolte al ministro dell’integrazione sociale.
Sulla Bossi-Fini, noi del Pd riteniamo che non sia una legge riformabile perché va riscritta da capo a piedi e, pur non riguardando direttamente questi tragici eventi di Lampedusa, vi sono alcuni aspetti che ne denunciano l’aspetto vessatorio e disumano. Si pensi solo a quei pescatori che hanno aiutato i naufraghi l’altro ieri. Sarebbero potuti essere trattenuti per accertamenti perché equiparati a persone dedite alla tratta di immigrazione clandestina: questo la dice lunga sull’impianto ideologico di questa legge.
Torna alla ribalta tutto quel discorso attorno il reato di immigrazione clandestina. Ora che il Pd è al governo, seppure in una difficile coabitazione, come pensa di superare questa norma prevista dal governo Berlusconi IV ?
Introdotto dal secondo pacchetto Maroni nel 2009, sotto il governo Monti (nel 2012, ndr) lanciammo un’iniziativa parlamentare per l’abolizione dell’articolo 10-bis che introduce questo elemento, non solo perché disumano ed inefficace, ma addirittura incostituzionale: non va a colpire infatti le persone per reati commessi contro il patrimonio o contro altri individui, ma colpisce l’essere umano per un suo status che è quello di irregolare rispetto una documentazione che può essere insufficiente per tante questioni, sicuramente non per ragioni di carattere criminale.
Alfano si è appellato all’Unione Europea, criticando gli accordi raggiunti in passato fra gli stati del vecchio continente.
In primis è evidente che Alfano si è accorto di quello che noi sosteniamo da tempo: “Dublino 2” ha rappresentato il trionfo degli egoismi nazionali su una visione di insieme dell’Europa. E’ una convenzione che va rivista e che deve avere nell’UE come istituzione politica, e non solo come somma di stati, un’azione politica forte soprattutto in due direzioni: la prima, coordinare l’accoglienza e la protezione che adesso è delegata unicamente ai paesi di primo approdo. La seconda è la necessità di avere un nuovo approccio di politica estera dell’Europa, che tuteli tanto gli interessi economici quanto quelli umani, aiutando come Unione quei paesi.
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Quindi la frase “aiutiamoli a casa loro” utilizzata più volte dai leader leghisti si può declinare in azione concreta?
Aiutare tutti i paesi di emigrazione è impossibile. Chiedo però ad Alfano e a tutto il centro destra perché abbiano azzerato, sotto il loro governo, il “budget per la cooperazione internazionale”, se l’azione primaria è aiutarli a casa loro. Riportando la questione sui richiedenti asilo, sui profughi: costoro non si possono aiutare a casa loro perché scappano dalla loro patria. Non vi sono le condizioni politiche, non solo economiche, per rimanere lì. Parlo dei rifugiati della Siria, dove è in corso una guerra. Della Somalia. Del Corno d’Africa. Parlo dei profughi dei paesi dove vi sono regimi che impediscono di agire in termini propositivi o sotto l’aspetto economico. Quella frase utilizzata negli ultimi anni dagli esponenti del centro destra è quindi pura demagogia.
In definitiva, quali sono le proposte dei Dem per una nuova visione di politica immigratoria, alla luce dei complimenti odierni – da parte dell’Onu – alla Kyenge ed alla Boldrini?
Anzitutto un mix di interventi sociali ed economici di sistema che intervengano sulla struttura di welfare e sociale del paese, evitando interventi solo per “noi” o solo per “loro” che creerebbero esclusivamente un’idea di guerra tra poveri. Secondo poi ripensare ad una legge sull’immigrazione nuova che consideri queste persone come cittadini e quindi portatori di diritti e non solamente come lavoratori, peraltro invisibili. Ancora, il voto amministrativo, lo ius soli per i bambini nati e cresciuti nella penisola. Infine una legge che tuteli le libertà religiose di Italia, norma che non esiste in Italia nonostante la Costituzione garantisca il diritto di credo. Insomma, per lo sviluppo di una vera e propria civiltà politica, cosa che per quel che riguarda le politiche d’immigrazione, in Italia, ancora non esiste.
Daniele Errera