“Con le uniche misure repressive non risolveremo mai questo problema. Chi fugge da guerre e dittature, non sarà fermato da leggi più dure. E’ un’illusione”. E’ questo il messaggio molto chiaro lanciato oggi dalla presidente della Camera Laura Boldrini, che ha visitato assieme a una delegazione di deputati il centro di accoglienza di Lampedusa, dopo la tragedia di due giorni fa, con la conta delle vittime non ancora conclusa.
“Sono qui per esprimere il mio cordoglio e quello della Camera dei deputati e per ascoltare i sopravvissuti, esprimendo solidarietà alla comunità di Lampedusa – ha detto la Boldrini -. E’ dovere delle istituzioni essere nei posti e nei luoghi in cui accadono queste cose. Non possono stare solo nel palazzo, ma essere al servizio. Voglio una politica dell’impegno e dell’ascolto che si assuma la responsabilità che questo non accada più”.
Perchè questo avvenga, però, è necessario un cambio di passo da parte della stessa politica. La Boldrini lo sa e non ha mancato di farlo notare: “Nulla potrà più essere come prima. Va bene il lutto nazionale, ma occorre fare di più. Spero che questa tragedia non venga sdoganata con qualche ora di commozione. Mi auguro che la politica dia seguito in modo forte con decisioni opportune a livello legislativo e di nuovi e più incisivi rapporti con i Paesi d’origine e di transito“.
Le condizioni in cui è ora il centro di accoglienza di Lampedusa per la presidente della Camera “non devono esistere. Penso che il ministero ne abbia preso coscienza, iniziando i trasferimenti. E’ un centro di transito con una capacita’ di 250 posti letto. Basta uno sbarco per riempirlo. Deve rimanere di primo soccorso e transito, incrementando i trasferimenti, ristrutturandolo al più presto, garantendo la dignità di queste persone”.
Nel frattempo, allo Stato italiano è arrivata la richiesta da parte dei superstiti affinché le vittime possano essere identificate: “Noi ci adopereremo affinché questa richiesta venga accolta e ci hanno chiesto di poter seppellire i loro cari in Eritrea” ha continuato la Boldrini.
Già ieri, nel giorno del suo arrivo a Lampedusa, a fianco della sindaca Giusi Nicolini, la presidente della Camera aveva usato parole molto forti, arrivando in più di un momento ai limiti della rabbia e della commozione. “I richiedenti asilo devono essere protetti: se vengono protetti i collaboratori di giustizia tanto più devono esserlo coloro che fuggono dalle guerre”; ha segnalato pure l’urgenza di riconsiderare i rapporti con i paesi di transito, “dove spesso non c’è alcuna cultura dei diritti umani”.
Un punto molto delicato ha riguardato i soccorsi ai profughi quando ancora sono in mare: “Non possono essere lasciati in carico a un solo paese. Tutti i paesi rivieraschi devono far qualcosa nel soccorso in mare. Allora serve una cabina di regia”. La chiarezza deve partire dalle norme interne: “Se molti marinai, pescatori preferiscono non vedere è perché c’è molta confusione. Si può o no soccorrere un immigrato irregolare? E se lo faccio che succede? L’unico reato qui è l’omissione di soccorso eventualmente. Il reato di clandestinità va riconsiderato e superato, perché mette in discussione il dovere di soccorrere”.
(Per continuare a leggere cliccare su “2”)
Quanto al ruolo dell’Europa, la Boldrini non ha avuto dubbi: “Intanto l’Italia è l’Europa. Oggi ci sono 28 stati membri che hanno 28 legislazioni diverse. Se non si cede sovranità non avremo l’entità politica che vogliamo“.
Il punto di arrivo finale dovrebbe essere una legislazione omogenea e organica, che dia soluzioni concrete sui “corridoi umanitari” (“Mi vengono in mente solo due soluzioni, il reinsediamento e la possibilità di chiedere asilo in ambasciata”) e un sistema di accoglienza consolidato.
Sulla necessità di modificare le norme interne è intervenuto oggi in modo convincente anche il deputato di Scelta civica Mario Marazziti. “Iscrivere i sopravvissuti del naufragio di Lampedusa tra gli indagati per immigrazione clandestina è una vergogna. E’ la dimostrazione ulteriore che uno dei prossimi atti del Parlamento italiano deve essere proprio l’abolizione del reato di immigrazione cosiddetta ‘clandestina’”. Marazziti chiederà l’immediata calendarizzazione del suo disegno di legge per abrogare il reato di clandestinità: “Consentirebbe al nostro Paese di avere sulle proprie spalle una vergogna di meno, l’inizio di una maggiore civiltà”.