07/10/2013
Una Juventus cinica abbatte il miglior Milan dell’ultimo periodo. Tornano al gol Giovinco e Pirlo mentre Matri è ancora il fantasma dell’attaccante di Cagliari.
La pressione sulle due squadre è tanta: i bianconeri devono lasciarsi alle spalle la pessima prestazione contro il Galatasaray di mercoledì mentre il Milan deve tornare a vincere in campionato: sette punti in sei giornate sono troppo pochi. La missione delle due formazioni è, però, tutt’altro che semplice poiché i rossoneri continuano, non certo per libera scelta, a non avere peso in attacco; Conte, invece, deve far fronte ad una squadra che, come si temeva già all’inizio del campionato, dimostra di essere sempre meno affamata.
L’avvio della gara è di quelle da segnare negli annali: dopo appena venti secondi di gioco la Juventus si trova già sotto di una rete. La colpa è di Muntari che, smarcato dall’assist di Nocerino, tira ad effetto e trafigge Buffon. La squadra di Conte è si poco affamata ma, in compenso, è molto determinata e, senza troppo sforzo si impossessa del pallino del gioco. La sequenza di superbe parate di Abbiati, praticamente sostituito da un bersaglio nella visione mentale degli undici bianconeri, termina al momento della punizione battuta da Andrea Pirlo che gonfia la rete e riporta il pareggio dopo un quarto d’ora di gioco. La teoria della mano invisibile, d’ora in avanti, si applicherà anche alle partite di calcio: dopo lo scoppiettante avvio arriva il momento di pausa che le due compagini sfruttano per rifiatare senza esprimere un calcio d’alto livello e trascinandosi fino alla fine del primo tempo.
La seconda frazione di gioco inizia col botto, anzi, con la botta – vera o presunta – che Mexes rifila a Chiellini durante una mischia in area; l’arbitro, nonostante le proteste, non prende provvedimenti. Nel dopogara Allegri ha parlato di classico scontro di gioco ma, molto probabilmente, scenderà in campo la prova tv. L’incontro si accende e, da ambo le parti, vengono divorate le occasioni da gol più ghiotte. Da un lato Buffon chiude Robinho mentre, dall’altro, Asamoah cicca clamorosamente dopo un’invitante assist di Pogba protagonista di un’ottima gara anche quando viene spostato sull’esterno del centrocampo. Quagliarella viene sostituito da Giovinco, preferito all’oggetto misterioso bianconero nominato Llorente, che si dimostra immediatamente decisivo facendo espellere il nervosissimo Mexes e siglando la rete del momentaneo vantaggio scartando Zapata e trafiggendo Abbiati.
Allegri butta nella mischia Niang al posto di Nocerino passando così ad un 4-3-3 che ingolosisce la Juventus ed, in particolare, Chiellini che, in ribattuta sulla traversa centrata da Pirlo, sigla la terza rete bianconera. La reazione del Milan c’è ed accorcia le distanze con il secondo gol di Muntari per poi far tremare lo Stadium a causa di un colpo di testa di Zapata che si infrange contro la traversa.
Conte festeggia scacciando ogni polemica possibile mentre Allegri dichiara: “Non ci vuole uno scienziato per capire che il Milan è in difficoltà.” Per arrivare a tal conclusione, effettivamente, non serve un gran cervello, ma serve un’ottima memoria per ricordare che i rossoneri, lo scorso anno, dopo sette giornate, avevano conquistato sette punti – uno in meno della stagione in corso – e che, alla fine, hanno raggiunto il terzo posto. Vero anche che il Milan diesel delle ultime stagioni non piace ai tifosi. Ai posteri l’ardua sentenza.