Polverini: “Se prevale la linea di Alfano sarà scissione”
(07/10/2013) Polverini: “Se prevale la linea di Alfano sarà scissione”.
Senatrice del Pdl, ex Presidente della Regione Lazio, ex segretario generale dell’Ugl (sindacato da sempre vicino alla destra), Renata Polverini non le manda a dire. E, intervistata dal “Messaggero”, si scaglia contro la decisione di Angelino Alfano e delle colombe di sostenere il governo.
“E’ arrivato il momento nel quale serve fare un congresso, che rimetta al centro i valori e le idee in cui il centrodestra si è impegnato per vent’anni. Il problema è che Alfano, di fatto, sta creando un centro che rischia di essere subalterno alla sinistra”.
Secondo la Polverini, dunque, il congresso va convocato il prima possibile, soprattutto perché il voto di fiducia al governo Letta ha accentuato la divisione falchi-colombe al tal punto che è ormai inderogabile un chiarimento sul futuro assetto del Pdl.
L’attacco ai “governisti” continua: “Siamo tutti convinti che ci sarà l’impegno di Berlusconi per tenerci uniti. Ma le condizioni che ha posto Quagliariello per noi sono inaccettabili. Lui vuole un partito fatto dagli alfaniani e che lasci fuori tutti gli altri. Se così sarà, ne trarremo le conseguenze”.
Nel caso in cui prevalesse la linea del vicepremier, quindi, si andrebbe quasi sicuramente ad una scissione, con il Pdl spostato su posizioni centriste e la rinata Forza Italia schiacciata a destra.
Anche perché i falchi non sono affatto disposti a lasciare il partito nelle mani di gente come Roberto Formigoni: “Non è certo quello il partito che ho in mente” spiega Polverini. “Dove c’è chi sta consentendo a Epifani e Cuperlo di crearsi l’avversario più comodo da battere alle elezioni e ha consentito a Letta di liquidare con una battuta arrogante vent’anni di valori e di battaglie”.
Ma chi potrebbe essere il candidato dei falchi adatto a sconfiggere Alfano? Molti indicano l’ex governatore pugliese Raffaele Fitto. Polverini non fa nomi ma assicura: “Se il congresso ci sarà, chi scenderà in campo lo farà per vincere”.
Infine una battuta sul governo, viste le recenti voci di corridoio secondo le quali la fazione più vicina a Berlusconi non si sentirebbe più rappresentata dai cinque ministri azzurri, tutti esponenti dell’ala moderata. “Non è necessario nessun rimpasto. Non servono poltrone né poteri. E neppure nuovi organigrammi nel partito. Occorrono soltanto un rinnovamento e una riorganizzazione che possono passare solo attraverso il congresso. Almeno si parla di contenuti”.