Cicchitto: “Fitto trasforma il Pdl in un ring”
Cicchitto: “Fitto trasforma il Pdl in un ring”
(07/10/2013) Il più famoso scontro a fuoco della storia del West avvenne in Arizona il 26 ottobre 1861: vicino a un recinto di cavalli, l’Ok Corral, vennero sparati trenta colpi in meno di trenta secondi, provocando tre morti, tre feriti e miriadi di pellicole cinematografiche tra cui quella di John Sturges nel 1957 (Sfida all’Ok Corral). Con questa metafora Fabrizio Cicchitto, intervistato dal Corriere, riaccende il dibattito interno al centrodestra.
Non gradisce, in particolare, la soluzione proposta dall’ex ministro Raffaele Fitto: azzerare i vertici del partito e andare subito a congresso. Cicchitto non ci sta e si rifà alla celebre sparatoria: “Fitto vuole trasformare il Pdl in un ring. La sua proposta rinchiuderebbe il Pdl in una sorta di sfida all’Ok Corral del tutto autoreferenziale che assorbirebbe tutte le energie del partito in una specie di permanente duello interno”.
Il Presidente della Commissione Esteri della Camera spiega perché non si fida: “Fitto, che è un mio vecchio amico, vuole giocare d’anticipo e interrompere i colloqui e i tentativi di intesa unitaria”. Già, perché dopo la spaccatura sulla fiducia al governo Letta, mal ricomposta da Berlusconi e dal suo passo indietro, Cicchitto era a capo della pattuglia delle ‘colombe dissidenti’, dei ‘diversamenti berlusconiani’, e pronto a creare gruppi autonomi a Montecitorio d’accordo con i vari Alfano, Formigoni e Giovanardi.
Le trattative degli ultimi giorni però sembrano condurre ad una sorta di pacificazione interna, ecco spiegato perché Cicchitto non vuole sentir parlare di divisioni, tantomeno di ‘lealisti’, termine coniato dallo stesso Fitto e sotto cui si riconoscono da Capezzone alla Polverini, passando per Paola Pelino.
“Noi siamo nel pieno di una difficilissima operazione di passaggio dal passato al presente e dal presente al futuro – avverte Cicchitto –. C’è una continuità da assicurare visto il carisma che Berlusconi continua ad esercitare su larga parte del nostro elettorato. D’altra parte Alfano ha quarant’anni, ha rapporti internazionali e il retroterra sociale che gli assicurano di essere il leader del futuro”. E l’idea di abbandonare il campo e creare un nuovo polo alleato con la sinistra? “Non c’è nessuna operazione neocentrista. Alfano ha i piedi ben saldi nel centrodestra”.
L’ex capogruppo Pdl alla Camera poi se la prende con il premier Letta, reo di aver liquidato troppo facilmente il ‘ventennio berlusconiano’ e di essersi intromesso in affari che non lo riguardano: “Non si porta scompiglio all’interno di un partito alleato, soprattutto in un momento molto delicato di transizione” ammonisce Cicchitto “Gli consiglio vivamente di non farsi storico: si tratta di una dichiarazione ingenerosa, Berlusconi è stato il più convinto e principale sostenitore del governo delle larghe intese”.
Non saremo nel Far West, ma la tensione interna al centrodestra ricorda molto le atmosfere dei film di John Ford o di Sergio Leone. Chissà chi interpreterà il ruolo del protagonista: nuovo Clint Eastwood cercasi.