Dal giorno della formazione del governo non si parla d’altro: abolire l’Imu. Come se l’unica vera proposta elettorale del Popolo delle Libertà fosse il diktat per la sopravvivenza dell’esecutivo. Ed è stato proprio così: prima del rinvio anche della rata di dicembre i capogruppo berlusconiani avevano paventato l’ennesima crisi di governo. Unica condizione necessaria e sufficiente: abolire l’odiata tassa (che loro stessi avevano inserito, anche prima dell’avvento dei tecnici). Risultato: il pagamento dell’Imu è stato solo rinviato.
La nuova service tax dovrebbe inserire anche le coperture del mancato pagamento dell’Imu ma in Commissione Bilancio di Camera e Senato i partiti si stanno ancora azzuffando sull’argomento. L’emendamento firmato dal capogruppo Pd in commissione, Maino Marchi, è stato rispedito al mittente “per estraneità di materia”. Questa proposta prevedeva il pagamento dell’Imu sulle prime case le cui rendite catastali superino i 750 euro. Tutti gli altri sarebbero stati esentati. L’emendamento è stato poi riammesso in Commissione.
Oggi il Presidente di commissione Boccia esaminerà il ricorso dello stesso Marchi ma si va verso un percorso condiviso: “blindare” il testo che prevede la cancellazione di due emendamenti di modifica del decreto originale proposti dal Partito Democratico. Non sanno questi buontemponi che alla gente interessa ormai pochissimo questo refrain che va avanti da aprile. E per rifinanziare le imprese e per creare lavoro, è stato fatto ben poco.
Giacomo Salvini