Raúl Castro e il nuovo volto di Cuba
La revolución cubana guidata da Fidel Castro può considerarsi ormai “obsoleta”: il fratello Raúl, infatti, presidente in carica dal 2008, ha portato alcune misure di parziale liberalizzazione, sebbene siano ancora mantenute rigorose forme restrittive sull’isola come la recente sanzione “a tempo indeterminato” inflitta al musicista Roberto Carcassés, dopo che questi aveva chiesto in occasione di un concerto l’elezione diretta del presidente, il libero accesso alle informazioni e il rispetto dei diritti dei dissidenti.
Cuba e la sua politica sono in pieno cambiamento rispetto al passato, ed un segnale è dato dal numero di piccole imprese in piena crescita negli ultimi anni. Oltre all’avvio di nuove modalità di lavoro autonomo, come quelle di agenti postali, delle telecomunicazioni e immobiliari, a Cuba si segnale un sorprendente cambiamento anche in ambito sportivo: dopo l’autorizzazione dei contratti all’estero per i giocatori di baseball, adesso anche gli atleti di altre discipline sportive potranno ricevere una retribuzione che dipenderà dai risultati ottenuti nello sport che praticano, potendo anche sottoscrivere dei contratti all’estero, ma tramite la mediazione dell’Instituto Nacional de Deportes, Educación física y Recreación.
Si tratta di una rilevante svolta, poiché dopo la rivoluzione del 1959 lo sport professionistico era stato abolito e finora gli atleti cubani ricevevano soltanto lo stipendio per il proprio lavoro. In linea con questi cambiamenti e le recenti riforme promosse per modernizzare l’economia del Paese, il governo cubano hanno annunciato di recente che investirà sulle energie rinnovabili e, di conseguenza, sta valutando l’utilizzo ideale delle forme di combustibile presenti nell’isola.
L’attenzione del governo cubano rivolta al risparmio energetico è dovuta, in particolar modo durante gli ultimi anni, all’intenzione di sviluppare delle energie alternative per ridurre la dipendenza dal petrolio. Al momento, le riserve di petrolio provenienti dal Venezuela a prezzi ridotti (in cambio di medici e servizi sanitari cubani) hanno finora permesso che Cuba “sopravvivesse” in caso di una possibile crisi energetica.