Femminicidio, disco verde alla Camera
Il primo passo verso l’approvazione delle norme a tutela delle donne e a repressione del femminicidio è stato compiuto, ma potrebbe non bastare. L’Aula della Camera ha approvato la legge di conversione del decreto che contiene le norme sul contrasto al femminicidio con 343 sì e 20 astenuti.
Ora però tocca al Senato esaminare lo stesso testo, ma dovrà fare in fretta: il decreto legge, infatti, decadrà il 14 ottobre e, perché la legge possa entrare in vigore, a Palazzo Madama il disegno di legge di conversione dovrà essere approvato così com’è, senza alcuna modifica (altrimenti la Camera dovrebbe provvedere a un nuovo esame che certamente sarebbe fuori tempo).
L’esito della votazione è stato salutato da un lungo applauso dei deputati del Pd, cui quelli del M5S hanno polemicamente risposto con un altro, successivo battimani. I deputati a 5 Stelle, infatti, hanno scelto di non partecipare al voto, pur restando in aula al loro banco: si sono semplicemente alzati in piedi, facendo vedere chiaramente che non stavano votando; lo stesso anno fatto gli eletti di Sel, mentre gli astenuti sono quelli della Lega.
La ragione alla base del loro comportamento, però, è pressoché la stessa: “Il ricatto e’ sempre lo stesso – lamenta Manlio Di Stefano (M5S), mettere argomenti scandalosi dentro decreti moralmente inattaccabili. Siamo stanchi, siamo stanchi di questa ipocrisia dilagante”. “Questo dl è un carrozzone – ha accusato in aula il leghista Nicola Molteni – doveva parlare solo della tutela delle donne e invece l’avete caricato di temi e argomenti che non avevano alcuna attinenza al tema: Province, vigili del fuoco, militari, protezione civile, anche la Tav. E così avete svilito e offeso la natura e la finalità di questo decreto che contiene poche luci e troppe ombre”. “Questo decreto è un errore – ha aggiunto Titti Di Salvo (Sel) – è un decreto omnibus“.
Non la pensano così dal Pd: ”Senza enfatizzare, un ottimo provvedimento. Importante. Le donne ora potranno contare su una tutela piu’ attenta e incisiva contro ogni violenza di genere” dichiara Donatella Ferranti, presidente della commissione Giustizia, dopo il via libera della Camera al decreto legge sul femminicidio: ”Dati i tempi strettissimi, l’auspicio è che il Senato lo voti a tamburo battente. Se il decreto dovesse decadere sarebbe un passo indietro gravissimo”.
Gabriele Maestri