(10/10/2013) Roma: nervi tesi tra Marino e vigili urbani
Senza girarci intorno: un bel pasticcio. La nomina del nuovo capo del corpo dei vigili urbani di Roma s’è tramutato in un boomerang per il sindaco Ignazio Marino. Perché chi era stato scelto non poteva essere scelto e alla fine ha fatto un passo indietro. E tra primo cittadino e vigili urbani il rapporto è a dir poco teso.
Riavvolgendo il nastro, si torna indietro di una settimana circa. Campidoglio, sala delle Bandiere, il sindaco Marino presenta alla stampa il nuovo comandante dei vigili urbani: è Oreste Liporace, colonnello dei carabiniere, tre lauree. La decisione arriva dopo l’esame di un centinaio di curricula. “Sono molto contento di questa scelta e penso sarà positiva per la città” commenta Marino, che aggiunge: “il contratto verrà finalizzato nelle prossime ore”.
E invece no. Salta fuori che il curriculum di Liporace non risponde a tutti i requisiti previsti dal bando: l’ex carabiniere non ha infatti esperienza quinquennale da dirigente in un ente pubblico. E il perfezionamento della nomina si arena. Nel frattempo il corpo dei vigili urbani non nasconde la sua contrarietà: non è piaciuta la scelta di un esterno. Per i sindacati, da mesi il corpo è abbandonato a sé stesso.
Alla fine, tra imbarazzi, pressioni, comunicati e mugugni, Liporace ieri sera annuncia il passo indietro: “Tolgo la mia disponibilità a ricoprire l’incarico di comandante della Polizia Locale di Roma per rispetto delle istituzioni, del corpo di polizia locale della Capitale e dei cittadini romani” dichiara all’ANSA.
Un passo falso per Marino. Il Campidoglio si dovrà rimettere alla ricerca di un comandante. Ma soprattutto, c’è da ricucire uno strappo. Con il corpo della polizia municipale in primis (dal quale trapela già l’intenzione di opporsi a qualunque altra nomina esterna) ma non solo: perché Marino in questi pochi mesi da primo cittadino s’è trovato più di una volta a discutere con vertici e sindacati appartenenti alle forze dell’ordine.
Con la polizia locale, tensioni ci sono state dall’inizio. A metà luglio Marino dichiara: “Ci sono 6.300 donne e uomini nel corpo della Polizia Municipale e mediamente sul territorio ne abbiamo 300 per turno”. Risposta del segretario regionale Sulpl, Alessandro Marchini: “Marino dà i numeri, non sa quello che dice”.
Nel film di questi primi mesi, di battibecchi di questo tipo se ne rintracciano altri. Ad esempio in occasione della “Notte dei Fori”, l’evento con cui Ignazio Marino a inizio agosto inaugura la pedonalizzazione di via dei Fori Imperiali. Manifestazione durante la quale i comitati contrari alla discarica a Falcognana contestano duramente il sindaco. Nelle ore successive circolano voci di una telefonata molto tesa tra Marino e il questore Fulvio Della Rocca, reo di una cattiva gestione dell’ordine pubblico: voci smentite dal sindaco, ma una certa irritazione trapela da ambo le parti.
Ancora un passo indietro nel tempo. Inizio luglio, giorno dell’insediamento della giunta Marino. Un corteo di manifestanti per il diritto alla casa viene a contatto con la polizia, e una ragazza è colpita alla testa con una manganellata.
Il primo cittadino condanna gli episodi di violenza e si reca in ospedale a portare la sua solidarietà alla 26enne colpita. Un gesto che suscita l’irritazione delle forze dell’ordine. “Riteniamo intollerabile che un esponente delle istituzioni abbia dichiarato solidarietà soltanto ai feriti tra i manifestanti e non tra le forze di Polizia” afferma il segretario provinciale dell’Ugl polizia di Stato di Roma, Massimo Nisida.
Sono passati tre mesi e poco più. Quel botta e risposta era sembrato solo il frutto di un pomeriggio da nervi tesi. Ora di nervi tesi ce ne sono nella Polizia municipale. In questo inizio d’autunno, per Marino c’è un’altra gatta da pelare: disinnescare le fibrillazioni tra Campidoglio e vigili urbani.