(10/10/2013) Amnistia e indulto, per Tamburino e Longo “non riguarderanno Berlusconi”
Superate con difficoltà la crisi di governo e la maggior parte dei suoi velenosi strascichi, il tema su cui dibattere e litigare nelle prossime settimane lo ha fornito il Presidente della Repubblica con il primo messaggio alle Camere della sua ‘carriera’. La priorità è “risolvere entro un anno il problema del sovraffollamento negli istituti di pena” anche ricorrendo se necessario a rimedi straordinari come l’indulto e l’amnistia, scrive Giorgio Napolitano che sterza l’azione legislativa e detta così l’agenda politica.
In questa mossa del Colle, c’è chi come il Movimento 5 Stelle ci ha visto un’apertura ad un possibile salvacondotto nei confronti di Silvio Berlusconi. Smentite di sorta a parte, la domanda a cui si cerca di dare risposta in questi giorni è essenzialmente una: esiste o meno la possibilità che il Cavaliere possa usufruire di eventuali atti di clemenza a carattere generale?
Al quesito risponde Giovanni Tamburino, direttore delle carceri italiane: “Un provvedimento di clemenza non riguarderebbe i corruttori. L’intervento invocato si riferisce alle migliaia di detenuti stipati nelle celle per reati di scarsa gravità e comunque tipicamente quelli commessi da persone ai margini della società, perché sono proprio questi che affollano le carceri”.
L’amnistia e l’indulto proposti dal Quirinale quindi escluderebbero reati finanziari; ma quanti sono i detenuti per crimini commessi dai colletti bianchi come l’evasione fiscale? “Credo che a stento si arrivi a un migliaio di casi sugli oltre 64.500 detenuti oggi” confessa Tamburino a Repubblica “Quindi è evidente che questa realtà è proprio fuori dalla logica di Napolitano”.
D’accordo con Tamburino anche il Ministro Anna Maria Cancellieri (“Decide il Parlamento quale delitti toccare ma non è mai successo che si occupasse di reati finanziari) e il responsabile giustizia del Pd Danilo Leva (“Da qualsiasi provvedimento di indulto e di amnistia vanno esclusi reati che provocano allarme sociale e crimini odiosi e diseducativi quali i reati di natura economica e fiscale”).
Sul tema arrivano anche le dichiarazioni del mondo berlusconiano. Registriamo oggi l’intervista del Messaggero a Piero Longo, legale dell’ex premier: l’avvocato si dice d’accordo con il Capo dello Stato per quel che riguarda indulto e amnistia, ma per sapere se sarà possibile applicarli al suo assistito ”bisognerà vedere come sarà formulato il testo”. Anche Longo ribatte su un punto: “E’ un dato di fatto che stando al percorso storico, l’amnistia finora ha riguardato reati che avevano come pena massima tre o quattro anni, escludendo la frode fiscale. L’ultimo indulto approvato, invece, escludeva esplicitamente i reati fiscali e finanziari”.
La Commissione Giustizia del Senato si riunirà martedì 15 ottobre per l’esame dei disegni di legge sull’amnistia e l’indulto presentati dai senatori Compagna (Gal) e Manconi (Pd). Il Parlamento ora ha fretta; oltre al messaggio del Capo di Stato, l’assemblea incassa anche il monito della Corte Costituzionale: “Nel caso di inerzia legislativa – ha affermato la Consulta – la Corte si riserva di adottare le necessarie decisioni dirette a far cessare l’esecuzione della pena in condizioni contrarie al senso di umanità”.