Fraccaro (M5S): “Ladri” e la Camera esplode

Pubblicato il 10 Ottobre 2013 alle 19:22 Autore: Gabriele Maestri

Fraccaro (M5S): “Ladri” e la Camera esplode

(10/10/2013) Oggi la Camera non è stata un ring, ma solo perché non è volato nemmeno uno sberlone; somigliava piuttosto al Meazza o – vista la location romana all’Olimpico. Tutto è accaduto nel bel mezzo della discussione sul disegno di legge che regola il finanziamento pubblico ai partiti: un intervento del deputato M5S Riccardo Fraccaro ha dato fuoco alle polveri.

All’inizio delle votazioni, Fraccaro ha ribadito la sua visione sulla differenza tra i parlamentari 5 Stelle e gli altri deputati: “Noi siamo saliti in alto per difendere la Costituzione, ci avete chiamato moralisti e multati per questo. Voi invece vi arroccate nel bunker per tenervi stretto il malloppo, e noi continueremo ad opporci e a chiamarvi ladri”.

riccardo fraccaro

Riccardo Fraccaro

Ovvio che gli altri deputati l’abbiano presa piuttosto male, esternando la loro reazioni con esclamazioni e gesti eloquenti, soprattutto dai banchi del Pd. La vicepresidente di turno Marina Sereni ha provato a riportare l’ordine: “Cerchi di concludere, senza usare un linguaggio offensivo per il Parlamento ed i deputati” ha detto a Fraccaro, mentre i deputati democratici continuavano a chiedere a gran voce una sanzione da parte della presidenza.

Visto che il coro “Fuori! Fuori!” non si fermava, la Sereni ha intimato a Fraccaro “Se pronuncia di nuovo quella parola lì….”, senza riuscire a finire la frase, che aveva già scatenato la reazione rumorosa dei deputati stellati, mentre i colleghi del Pd se ne andavano dall’aula in segno di protesta. A quel punto, alla vicepresidente non è restato che sospendere la seduta, non senza ricordare che “l’Aula non è né un ring né uno stadio”.

marina sereni congresso pd con renzi

Ma, appunto, poco ci manca. A giudicare anche dalle parole di Alessandro Di Battista che sulla sua pagina Fb scrive “I deputati del Pd si sono avvicinati minacciando, augurandoci la morte, dicendo ‘vi aspettiamo fuori, vi ammazziamo’ (speriamo che ci sia tutto nello stenografico)”. “Uno di Scelta Civica si toglie una scarpa per tirarcela. I bambini delle scuole in visita scappano terrorizzati per le urla” si legge nel profilo del MoVimento e nel sito di Grillo.

”Quello che sta succedendo alla Camera è incredibile! Allucinante – commenta sempre Di Battista -. Chi non rispetta il referendum sul finanziamento ai partiti del 1993 continua a mettere le mani in tasca ai cittadini e chi fa questo è un ladro!”. Critiche anche alla gestione d’aula della Sereni, ritenuta non all’altezza del suo ruolo per quella frase di “censura preventiva” all’indirizzo di Fraccaro: “Giachetti è del Pd (menoelle, ndr), Baldelli è del Pdl, loro sono in grado [di gestire l’aula], l’onorevole Sereni no”.

Nel frattempo, la Camera continua l’esame del ddl sul finanziamento ai partiti: dopo l’articolo 7 si è passati all’11, come annunciato dal presidente della commissione Affari costituzionali Francesco Sisto. Tra i tre articoli accantonati, anche quello che fissa un tetto alle donazioni dei privati: il testo in discussione prevede 100mila euro, che il Pdl vorrebbe portare a 500mila. O il Pdl accetterà un compromesso al ribasso (forse 300mila), o rischia di non vedere cambiato il testo. L’esame è stato sospeso alle ore 18, quando l’aula ha iniziato a discutere la conversione del decreto sull’Imu, sebbene il Movimento 5 Stelle avesse chiesto una seduta a oltranza per approvare entro oggi il ddl.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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